A Novara al Broletto un 25 Aprile ristretto con sindaco e presidente Anpi sezione Marcella Balconi

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Cerimonia ristrettissima, questa mattina, sabato 25 aprile, al Broletto di Novara, per celebrare il 75esimo anniversario della Liberazione. Una cerimonia che, per la prima volta, per l’emergenza sanitaria in corso, non ha potuto vedere il suo pubblico, la gente, i bambini e i ragazzi che intonano “Bella ciao”. Una presenza, per ricordare una delle più importanti date della nostra storia, c’è, comunque, stata. A portare una corona al monumento si sono recati il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, e la presidente Anpi sezione Marcella Balconi Novara e presidente provinciale pro tempore, Michela Cella.

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“E’ un 25 aprile del tutto anomale rispetto al solito – spiega Canelli – Le restrizioni e i divieti dovuti all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non ci hanno permesso di celebrare, come ogni anno, questa importante festività. In un momento come questo, il mio ringraziamento è rivolto a tutti coloro che, con grande impegno e spirito di sacrificio, stanno contribuendo a superare questo periodo per riconquistare quella libertà cui eravamo abituati prima di questo virus. Difficile non vedere analogie con quel lontano periodo: persone che fanno grandi sacrifici e lottano per superare le difficoltà e portare il nostro Paese alla rinascita e alla ripartenza. A partire dai medici e dal personale sanitario che con grande coraggio si stanno occupando dei pazienti, per arrivare ai cittadini novaresi che hanno saputo affrontare con forza questa emergenza, dimostrando anche una profonda generosità nei confronti di coloro che, a causa del virus, hanno perso il lavoro o si sono trovati in grosse difficoltà. Così come i volontari che, numerosi – ha aggiunto Canelli – hanno contribuito a mettere in atto una serie di iniziative finalizzate ad aiutare gli anziani, i malati e i meno fortunati. Tutti con una passione e un coinvolgimento che ho davvero apprezzato. A loro voglio dedicare questa festa della Liberazione, perché grazie a loro potremo tornare presto alla nostra quotidianità”.

“Mai come quest’anno – aggiunge il presidente della Provincia di Novara, Federico Binatti – vorremmo che durante le celebrazioni venisse dimostrata reale unità del Paese rispetto ai valori che in questa giornata vengono ricordati, tenendo viva la memoria, ma anche evitando contrapposizioni e polemiche, perché è quanto di cui meno abbiamo bisogno in questo momento. 25 aprile significa, oltre a libertà, anche sacrificio e impegno per sé e, soprattutto, per gli altri. Questi sono i valori che, ogni giorno da due mesi a questa parte, l’Italia tocca con mano da parte di diverse categorie: medici, infermieri, addetti alle pulizie negli ospedali e nelle strutture sanitarie, dipendenti pubblici, personale dei trasporti, volontari delle associazioni, forze dell’ordine, lavoratori di aziende che hanno comunque stretto i denti e proseguito nella loro attività. Persone, queste, che, oggi come nel passato che oggi si commemora, vivono l’emergenza in prima linea per restituirci la salute e la sicurezza, mettendo ogni giorno un importante mattone per ricostruire, consentirci di poter ripartire e di tornare a essere liberi. Anche il loro esempio e la loro generosità resteranno nel nostro patrimonio e nella Storia del nostro Paese”.

Michela Cella, Anpi Novara: “Le date, quelle delle commemorazioni di eccidi o battaglie in cui sono caduti partigiane e partigiani o delle celebrazioni, come quella del 25 aprile e del 2 giugno, non sono e non devono essere mai momenti di mero ricordo. “25 aprile sempre” è una delle espressioni che preferiscono tutti i sinceri cittadini democratici e antifascisti, perché ogni giorno ci si sente chiamati all’impegno, alla partecipazione attiva, allo schierarsi dalla parte della libertà e dei diritti. Ora come allora. L’antifascismo deve continuare a vivere nei nostri cuori perché nel mondo il fascismo, la violenza, il razzismo, la prevaricazione e l’ingiustizia sembrano sempre voler rialzare la testa. Il 25 aprile è e resterà la Festa della Liberazione dal nazifascismo. E’ la Festa che celebra l’impegno di un popolo, unito nella volontà di un riscatto, motivato e spinto dalla forza delle idee di Libertà e Democrazia, che ha saputo dare il meglio di sé nel periodo più buio della nostra storia contemporanea con sacrificio e spirito di abnegazione. Noi siamo fatti così e dobbiamo ricordarcelo, sempre: nei momenti peggiori sappiamo dare il meglio e avere grandi slanci di solidarietà e altruismo. Alla Resistenza hanno partecipato attivamente, ciascuno a suo modo – ha ancora aggiunto Cella – donne e uomini di ogni età, di ogni ceto e di ogni credo, uniti e animati dalla sola e condivisa volontà di liberare se stessi e le generazioni future dalla dittatura. Nei momenti duri, durissimi, come quello che stiamo attraversando che ha e avrà conseguenze per il nostro Paese e non solo, ricordare che la Libertà e la Democrazia di cui godiamo sono nate dalle persone e dai valori umani che animarono la Resistenza e che sono scolpiti nella nostra Costituzione è fondamentale. Ci deve servire a ricordare e ad acquisire la consapevolezza che il senso di responsabilità e il non pensare solo a se stessi, ma al bene di tutti e per tutti sono le più potenti armi di riscatto di ciascuna comunità umana. E’ importante per noi essere qui, oggi, e aver potuto portare il nostro fiore al Partigiano. E’ un gesto di gratitudine per chi ci ha permesso – ha concluso Cella – di vivere una vita libera e dignitosa ed è monito a noi stessi, un richiamo ad un impegno serio e quotidiano nelle tante battaglie ancora da fare, affinché davvero tutte e tutti possano avere gli stessi diritti”.