Omicidio di Leonardo: ascoltati i testi della difesa

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Udienza ancora dedicata ai testi della difesa, mercoledì 24 febbraio, in Corte d’Assise a Novara, per il processo per il delitto del piccolo Leonardo Russo, morto a 20 mesi il 23 maggio 2019, a causa, come ricostruito dalla Polizia, delle percosse ricevute. Alla sbarra ci sono la mamma del bimbo, Gaia Russo, e l’ex compagno, Nicolas Musi, accusati di omicidio volontario aggravato e maltrattamenti. Mercoledì si è conclusa l’istruttoria e il 5 marzo inizierà la discussione, con la requisitoria del pm Silvia Baglivo e gli interventi degli avvocati di parte civile.

Mercoledì il quadro emerso dall’ascolto dei testimoni portati dalla difesa è stato quello, per Russo, di una giovane fragile e insicura, per Musi, invece, di un ragazzo violento sin da piccolo. Questa la linea di difesa, quindi, del difensore della giovane, l’avvocato Simone Briatore. Nell’udienza è stata anche ascoltata il medico legale che ha compiuto l’esame sul corpo del piccino, che ha ribadito come Leo non sia morto in alcun modo per un incidente, non è caduto dal letto come riferito dai due imputati alla Polizia e in ospedale. La dottoressa ha anche riferito come non si possa risalire all’orario del decesso del bambino. In aula anche una psicologa che collaborava con la comunità dove era ospite Musi, formando gli educatori, e che ha anche conosciuto, durante la sua attività, Russo. Della giovane ha detto: «Era una ragazza insicura. Nelle riunioni alla Comunità sentivo parlare di Nicolas. Si diceva che fosse un ragazzo incapace di seguire le regole e violento». Un’educatrice della comunità che accoglie ora Russo e la sua bambina (Gaia era incinta quando morì Leonardo): «Gaia ha sofferto molto. Con la sua bimba è attenta e non aggressiva». A favore di Musi il padre di un’ex fidanzata, che ha riferito di non aver mai visto atteggiamenti aggressivi nel giovane.