Bullismo e cyberbullismo: non guardare dall’altra parte e denunciare, perché il silenzio uccide

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«Non voltatevi dall’altra parte, non rimanete a guardare davanti a campanelli d’allarme, anche banali. Occorre agire». Nel bullismo, come in altre situazioni, l’indifferenza e il silenzio uccidono. «La responsabilità è di tutti. Genitori, compagni di scuola, amici».

L’appello è giunto giovedì al Broletto alla presentazione del libro “Un colpevole silenzio” dell’avvocato Daniela Missaglia, che racconta il suicidio di un pre-adolescente vittima di bullismo, ragazzino rimasto solo e inascoltato. Relatrici, ospiti del Circolo dei lettori, l’autrice e il Questore Rosanna Lavezzaro, moderate dalla criminologa novarese Marilena Guglielmetti.

Da sinistra a destra, Missaglia, Guglielmetti e Lavezzaro

“Le parole – scriveva Carolina Picchio, novarese e prima vittima di cyberbullismo in Italia – fanno più male delle botte”. E il silenzio e il non vedere ancora di più. Non ha girato lo sguardo altrove, ma si è subito attivata Giada Siddi, studentessa di quinta dell’Omar e membro del Gruppo Noi, riuscendo a far chiudere alcune pagine Telegram dove molti giovani scambiavano materiale pedopornografico e pornografico per insultare e deridere e vendere immagini di ragazzi e ragazze incoscienti, talora minorenni.

Servizio completo sul giornale in edicola, con riferimenti all’importante strumento dell’ammonimento del Questore e molto altro