Il San Sebastiano di Raffaello in gigapixel grazie alla novarese Haltadefinizione

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Il cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello si è concluso da qualche giorno. Haltadefinizione, realtà nata a Novara e con origini novaresi, acquisita nel 2017 da Franco Cosimo Panini Editore, si unisce alle celebrazioni con Accademia Carrara rendendo accessibile in gigapixel l’immagine del San Sebastiano, opera giovanile dell’Urbinate custodita nel museo bergamasco, acquisita con una tecnica fotografica ad altissima risoluzione, grazie alla quale ogni singolo particolare dell’opera potrà essere ingrandito attraverso il visore multimediale rivelando dettagli invisibili a occhio nudo.

Questa innovativa operazione di digital imaging testimonia come arte e tecnologia collaborano in maniera proficua, se prima l’ottica era volta per lo più a conservazione e restauro, lo sviluppo di nuove tecniche digitali ha reso chiaro che questa collaborazione può giovare enormemente anche alla promozione e alla valorizzazione dei patrimoni artistici, la cui fruizione a distanza sta diventando un elemento essenziale, importante quasi quanto la visita nei luoghi fisici delle collezioni.

L’acquisizione in gigapixel ha una duplice finalità: da un lato rende possibile monitorare lo stato di conservazione delle opere attraverso campagne di acquisizione a determinati intervalli di tempo, e dall’altro permette alla collettività di accedere ai capolavori in modo inedito con immagini in altissima definizione e strumenti innovativi per le attività di didattica a distanza e di visita virtuale.

Il San Sebastiano è tra i più importanti capolavori di Accademia Carrara. Raffaello sceglie di rappresentare il santo attraverso un’iconografia insolita. Se tradizionalmente viene raffigurato nudo con le frecce simbolo del martirio nelle carni, è qui ritratto a mezzo busto avvolto da eleganti vesti decorate, con un viso che esprime immensa dolcezza. Non si hanno tracce dell’opera per secoli fino ai primi dell’Ottocento, quando hanno inizio le vicende che vedono il San Sebastiano circolare tra diverse collezioni private lombarde, per approdare infine all’Accademia Carrara nel 1866, insieme ad altre duecentoquaranta opere della collezione Lochis. A comprovare l’importanza del San Sebastiano, oltre i grandi elogi dei critici del tempo, è la sua quotazione, ben 4.000 fiorini, una cifra altissima per l’epoca.

Se l’autografia di Raffaello è indubbia, lo stesso non si può dire per la cronologia. L’opera appartiene con certezza al periodo giovanile, infatti, sono ben evidenti le influenze peruginesche, così come è altrettanto chiaro il richiamo a Pinturicchio nella raffigurazione dei preziosi ornamenti delle vesti, ritratti con minuzia.

La critica è oggi concorde nel datare l’opera intorno al 1503, appena posteriore alla Pala Baronci (1500-1501), la prima opera commissionata a Raffaello a soli 17 anni, e lo Sposalizio della Vergine del 1504, il capolavoro che segna definitivamente la maturità dell’Urbinate, anch’esso disponibile nella galleria virtuale di Haltadefinizione.

Una straordinaria finezza esecutiva e la capacità quasi miracolosa di gradazione della luce, avvolge la figura in un’atmosfera e sognante. Fu realizzata per la devozione privata di un raffinato committente, e questo spiega l’interpretazione aristocratica dell’iconografia del santo, che tiene in mano la freccia simbolo del martirio.

“Siamo entusiasti di rendere fruibile sul portale di Haltadefinizione una delle opere più importanti della collezione dell’Accademia Carrara in questo momento di chiusura prolungata causa Covid. L’altissima definizione è attualmente l’unica modalità di visione digitale che consente di poter apprezzare l’opera in tutti i suoi particolari, e sopperisce all’impossibilità dei visitatori di godere dell’originale dal vivo” racconta Luca Ponzio, founder di Haltadefinizione, “al giorno d’oggi gli archivi digitali in altissima definizione sono una risorsa straordinaria per i nostri musei, grazie ai quali si aprono infinite possibilità di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico”.

 

“Un museo deve essere curioso e cercare le diverse opportunità per rendere il proprio patrimonio disponibile a un pubblico vasto. La tecnologia è un’opportunità, un veicolo col quale avventurarsi in viaggi sempre nuovi. In questo caso, il viaggio consentirà di entrare nei dettagli più nascosti di un capolavoro dell’arte come il San Sebastiano, avvicinandosi alla magia e al genio di Raffaello”. Gianpietro Bonaldi, responsabile operativo Accademia Carrara Bergamo.