Caso Zion Smart Shop, 400 truffati con pc e telefonini: titolare del negozio condannato a 18 mesi

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Un anno e sei mesi di reclusione e 600 euro di multa, pena sospesa, e il pagamento delle spese processuali. Questa la condanna inflitta dal Tribunale di Novara (giudice Andrea Cavagnolo), l’altro giorno, nei confronti di D.Z., commerciante finito a processo con l’accusa di truffa. Il pubblico ministero, lo scorso gennaio, aveva chiesto per l’uomo 2 anni di reclusione e un’ammenda di 600 euro.

La vicenda è quella del negozio Zion Smart Shop di viale Volta a Novara, una vicenda che fece molto discutere in città. Un’attività, quella del negozio, che, tra i primi mesi del 2015 e l’aprile successivo, quando il negozio chiuse, fu al centro di un caso senza precedenti a Novara. Una storia che è giunta a coinvolgere anche altre parti d’Italia, dal momento che il negozio, che si occupava di vendita di pc e cellulari, grazie all’uso dell’e-commerce e del web, era riuscito in breve tempo (l’apertura è della fine del 2014) a raccogliere migliaia di clienti.

Il processo si è protratto per diverso tempo, slittando, per vari motivi, più volte, le udienze. È stato anche necessario radunare più procedimenti che trattavano lo stesso argomento e che hanno, quindi, dovuto essere riunificati. Per l’accusa, D.Z., in qualità di titolare dell’omonima ditta individuale di commercio elettronico di materiale informatico ed elettronico, «con artifizi e raggiri – si legge nel decreto di citazione a giudizio – consistiti nell’effettuare numerosissime vendite sottocosto, inducendo in errore gli acquirenti circa la convenienza dei prezzi rispetto a quelli del mercato, determinandoli ad accettare il pagamento immediato della merce a fronte della promessa di consegna successiva e, infine, non adempiendo ai propri obblighi di consegna agli acquirenti, si procurava ingiusti profitti con pari danno dei contraenti». Oltre 400 le vittime, novaresi, ma anche gente di tutta Italia. Una cinquantina, tutti coloro che si erano rivolti all’Unione Consumatori Italiani, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Carla Naldi e Alessandra Possis.

Il Tribunale ha condannato l’uomo anche al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali patiti dalle parti civili per circa 33mila euro complessivi. D.Z., assistito dall’avvocato Scialla, negli anni, ha rimborsato alcuni clienti, cui non erano giunti i prodotti, e ha cercato di rimborsarne altri.