Videoconferenza per studenti per ricordare il cardinale Renato Corti

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«Ho conosciuto monsignor Corti che avevo 20 anni. Era il 1970 ed entravo in prima Teologia. A Saronno c’era il biennio propedeutico e lui era padre spirituale». A parlare è il vescovo Franco Giulio Brambilla, che ha raccontato il suo primo incontro con il cardinale Renato Corti nell’evento online “Tornare ad una comunicazione Cor ad Cor coi giovani”. Un’iniziativa aperta agli studenti delle superiori e promossa dall’Ufficio Scolastico Territoriale con la Consulta provinciale degli studenti per ricordare il vescovo emerito di Novara. A moderare l’incontro on line, il giornalista Gianfranco Quaglia. A introdurre l’appuntamento, la referente della Consulta provinciale degli studenti, la professoressa Gabriella Colla.

«Il suo contributo – ha proseguito Brambilla – è stato quello di disegnare un percorso per quella stagione della vita. Tre cose ci disse. La prima era che
quello doveva essere un periodo di innamoramento. A quell’età bisogna innamorarsi, di un sogno, di un’idea, di una persona. Il secondo punto furono i riferimenti a due figure spirituali. A Charles de Foucauld, che, dopo
essere stato nella legione straniera, si convertì e a Madeleine Delbrel, sindacalista convertita e con un forte tratto mistico, che invitava a vivere il Cristianesimo nella periferia di Parigi, nel mondo operaio. Due figure molto
simili alla spiritualità di Corti. Il terzo aspetto fu il tema della comunità, per un Cristianesimo che badasse di più alla relazione». Un appuntamento per riflettere sulla figura di Corti e mostrare la sua vicinanza ai giovani. Don Gianluigi Cerutti, per 20 anni segretario personale di Corti: «il “Cor ad Cor” ha caratterizzato tutto il suo mandato pastorale, nello stile della sua persona, in tutto. La grandezza di Corti è stata nella sua vita quotidiana e lo dimostra il fatto che molti lo chiamavano ancora ‘don’. Cinque le parole che lo descrivono: pregare, scrivere, ascoltare, suonare e incontrare. Annotava e ascoltava tutto. Ascoltare perché nulla andasse perduto: aveva un grande rispetto per chi aveva davanti». Davide Maggi, docente all’ateneo di Novara, ha illustrato l’attenzione all’etica economica di Corti. Massimo Savastano, del liceo Galilei: «una persona che era lì per te e ti ascoltava». Don Silvio Barbaglia: «Corti aveva una grande curiosità per quanto gli stava intorno». Nell’evento anche la voce dei giovani della Consulta, che hanno raccontato i mesi di lockdown, riferendo paure e «la riscoperta dei valori veri della vita».