Controlli antibracconaggio: denunciato dalla forestale a Grignasco per tentato furto venatorio

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La Stazione Carabinieri Forestale di Carpignano Sesia, nella scorsa settimana, in occasione di alcuni controlli sul territorio finalizzati alla prevenzione dei reati ambientali, ha individuato, in un’area boschiva, la presenza di una gabbia per la cattura di ungulati con un cinghiale appena preso al suo interno. L’animale, che era subito apparso in buone condizioni fisiche e privo di ferite, è stato immediatamente liberato e reimmesso nell’ambiente naturale di provenienza.
La gabbia era posizionata all’interno di un’area boscata a Grignasco, in località “Ca’ Marietta”. L’attività di indagine, immediatamente sviluppata, ha consentito di individuare il proprietario della gabbia e autore della cattura. Si tratta di un italiano, residente nel territorio della provincia.
La trappola è stata sottoposta a sequestro, convalidato nei giorni scorsi. All’indagato è anche stata contestata violazione amministrativa con pagamento in misura ridotta di 1.000 euro per detenzione di trappola per la cattura di fauna selvatica.
Per i fatti accertati, l’indagato è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara per tentato furto aggravato (cosiddetto “furto venatorio”). La persona, infatti, non era dotata di licenza di caccia e il periodo nel quale è stata effettuata la cattura non rientra tra quelli compatibili con l’esercizio di alcuna attività venatoria.
La violazione è di particolare gravità. Nell’ordinamento giuridico nazionale, la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato. La sua cattura, in assenza di licenza di caccia e all’infuori dei limiti prefissati dalla legge, configura un’ipotesi di vero e proprio furto, aggravato dall’essere compiuto ai danni del patrimonio dello Stato. L’utilizzo della trappola, inoltre, non rientra nei metodi di caccia consentita. Infatti, le trappole, per la loro stessa natura e funzione, non rappresentano strumenti di cattura selettiva e, di conseguenza, potrebbero essere potenzialmente assai dannosi ai fini della conservazione della fauna. Quanto, poi, alle catture per il controllo delle specie invasive sul territorio, è importante precisare che le relative attività restano strettamente sottoposte alla direzione della Provincia, che ne fissa tempi e modalità e non può essere espletato in autonomia e libertà da parte dei privati.