Padre Galli: preghiamo per la liberazione di padre Maccalli

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Padre Gigi Maccalli, 57 anni, originario del Cremasco, rapito in Niger lo scorso 17 settembre,  sarebbe vivo secondo quanto reso noto lunedì 3 dicembre dal Niger alla Sma (Società delle missioni africane) alla quale appartiene il missionario. Si tratta della prima notizia dopo il suo rapimento nel villaggio di Bomoanga. 

«Abbiamo ricevuto questa notizia da una fonte non verificabile – spiegano sulla pagina social della Sma -. Speriamo che corrisponda al vero. La situazione a Bomoanga sta diventando pericolosa perché le bande di banditi si stano moltiplicando e l’insicurezza aumenta. Può darsi che tutto questo porti i banditi a considerare l’opportunità di liberare il padre». Dopo il suo rapimento abbiamo chiesto una testimonianza al confratello padre Silvano Galli, un nostro sacerdote originario di Gravellona Toce e da più di quarant’anni in Africa (dal 2004 residente in Togo, nella missione di Kolowaré), che da molti anni collabora con padre Maccalli. 

Un paio di volte la settimana ci sentivamo via radio. Io qui da Kolowaré lo chiamavo: cq cq cq….TU2ZC chiama TU2PI …. avevamo mantenuto i nostri indicativi della Costa d’Avorio. Io ero conosciuto come Zulu Charly e lui come Papa India. TU2 è l’indicativo della Costa d’Avorio. Qualche volta la chiamavo con l’indicativo del Togo: 5V7SGA, le ultime tre lettere sono un riassunto del mio nome.

Via radio ci davamo informazioni sulle nostre attività e i bisogni legati alla missione. Così, dopo avermi comunicato bisogni urgenti di acqua potabile, grazie al Novara Center sono state fatte trivellazioni  in diversi villaggi della sua parrocchia. Da loro bisognava installare le pompe Vernier, adatte al Sahel, che possono scendere ad una profondità di 200 metri e più. E i costi sono il doppio di quelli del Togo. Sempre via radio, grazie all’aiuto della MILE di Verona la parrocchia di Bomoanga, dove risiedeva padre Gigi,  ha avuto un aiuto consistente per l’acquisto di una moto, fuori strada, per una delle animatrici della parrocchia con la quale è riuscita a raggiungere anche i posti più impervi.

Un altro intervento importante, sempre via radio, è stata la stampa del Nuovo Testamento in Gourmantché, non solo per la parrocchia di Bomoango, ma anche, e soprattutto per la parrocchia di Makalondi, dove operava padre Vito Girotto, stampato in Togo e spedito in Niger.

L’ultima attività comune, di qualche mese fa, è legata ad una rappresentazione della Madonna. Gigi mi diceva che aveva bisogno di una statua della Madonna con le braccia aperte in atteggiamento di ascolto e di offerta e mi chiedeva se potevo trovare in Togo uno scultore.

Mi sono messo in contatto con Roger, uno scultore kabiè di Saoudè, e gli ho chiesto il pezzo. Inviato il modello ha preparato la scultura (si veda la foto in alto). L’ho mandata in una nostra casa a Lomé, poi è partita alla volta del Benin, e dopo un po’ è approdata a Bomoanga. Gigi, via radio, mi ha comunicato la sua gioia di averla ricevuta. Al suo rientro mi diceva che l’antenna si era guastata, e pensava di ammainare bandiera e di chiudere la stazione.

Qualcuno lo ha aiutato a chiudere stazione e missione.