Oltre 100 persone al sit-in a Novara contro la condanna a morte di Djalali

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Una lotta contro il tempo che non spaventa Novara, che, ancora una volta, l’altro pomeriggio, è scesa in campo per dire ‘no’ alla condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il ricercatore che per molti anni ha lavorato nella nostra Università. È stato un ricercatore del Centro di ricerca in medicina dei disastri. Molta la preoccupazione tra chi ha partecipato al sit-in promosso davanti al Comune. È notizia di pochi giorni fa come la sentenza sarà eseguita entro il 21 maggio. Davanti a Palazzo Cabrino si sono radunati cittadini, amici del medico, amministratori, rappresentanti di associazioni, poco più di un centinaio di persone per esprimere solidarietà ad Ahmad e protestare contro la sua condanna a morte.

 

Hanno portato cartelli con l’immagine del medico prima e poi durante la sua detenzione in carcere. Le sue condizioni di salute sono gravi. A Novara, per tenere alta l’attenzione sulla vicenda, Riccardo Noury, di Amnesty International nazionale. Oggi, inoltre, in Università, si è potuta firmare la petizione per la liberazione di Ahmad.

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