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 «In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te…». Sono le parole della preghiera per implorare la pace e consacrare al Cuore Immacolato di Maria l’umanità intera e in special modo la Russia e l’Ucraina, pronunciate dal vescovo Franco Giulio nella celebrazione dei secondi vespri di oggi, solennità dell’Annunciazione.

Un atto fatto in comunione con tutti i vescovi del mondo e voluto da Papa Francesco, che lo ha celebrato nella Basilica di San Pietro. Questo gesto – ha scritto Francesco nella lettera in 35 lingue inviata ai vescovi di tutta la Chiesa – «in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace».

A un mese dallo scoppio della guerra – con le diplomazie che sembrano ingessate su posizioni inconciliabili e con l’attacco alle città martiri d’Ucraina che non cessa – è dunque un segno semplice, quello vissuto in cattedrale.

Al quale sono state invitate tutte le comunità parrocchiali, con celebrazioni dedicate oppure durante le messe del giorno. Ma a cui può unirsi anche ogni fedele, i gruppi dei giovani degli oratori e le famiglie, con momenti di preghiera insieme (qui il testo integrale della preghiera).

Così che questo gesto si colori della profonda umiltà di chi sceglie di “affidarsi”, pur essendo ben lontano dall’essere semplicemente un rifugio consolatorio o rinunciatario. Perché è animato da una profonda convinzione, quella di chi crede nella forza concreta della preghiera, che sa accarezzare i cuori e scuotere le coscienze.