Coronavirus, in Piemonte possibile ulteriore stretta su negozi, bar e ristoranti

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Il Piemonte come la Lombardia e il Veneto: pronto ad imporre una stretta ancora più severa all’attuale regime con chiusura quasi totale di ogni tipo di esercizio pubblico e negozio. Che il duo di governatori di centrodestra composto dal veneto Zaia e dal lombardo Fontana potrebbe, a determinate condizioni, a diventare un terzetto lo lascia trapelare Alberto Cirio, presidente della nostra regione.

In una nota diffusa alla stampa questa sera Cirio sottolinea, infatti, che «se le attuali misure non saranno ritenute sufficienti dal giudizio medico-scientifico siamo pronti a sostenere e appoggiare nei confronti del Governo italiano anche questo ulteriore passo. Se il Governatore della Lombardia che produce la metà del Pil italiano e che prima ha affrontato questa emergenza sanitaria chiede misure ancora più restrittive e propone di chiudere tutto, credo che la sua voce vada ascoltata e valutata con grandissima attenzione, perché la Lombardia sta vivendo con un anticipo di una settimana l’evoluzione del contagio».

Il pugno di ferro invocato da Fontana e Zaia (quest’ultimo dopo avere cambiato parere rispetto alla giornata di ieri quando affermava che “il Veneto non è la Lombardia” e chiedeva un’esclusione della sua regione dalla una arancione) e paventato da Cirio, prevederebbe come detto una sorta di serrata totale. Chiuderebbero non solo come ora alcuni servizi, palestre, centri benessere, discoteche e pub, ma anche ristoranti, bar, tavole calde, fast food che oggi sono aperti solo dalle 6 alle 18 (e a determinate condizioni, come il metro di distanza tra clienti). Giù la serranda anche per tutti gli altri negozi di ogni tipo, inclusi i centri commerciali e gli outlet che oggi possono restare aperti tutti i giorni fino alle 18 nei giorni feriali. Resterebbero aperti, quindi, solo Farmacie e negozi di alimentari oltre che i supermercati.

Se questa sarà la decisione di Cirio a quanto pare Alessandro Canelli non se ne dispiacerà. Anzi. Nel corso della diretta Facebook di questa sera il sindaco di Novara, apparso sempre più preoccupato, ha infatti auspicato l’ulteriore stretta dicendosi “favorevole all’ipotesi”.

Il punto di partenza del ragionamento è sempre quello dei giorni scorsi: si deve avere cura di rispettare meticolosamente le disposizioni di contenimento, in caso contrario avremo giorni durissimi di fronte.

“Dovremo comportarci come ad agosto – ha detto Canelli – ma qui quel che conta è frenare le problematiche sociali che deriveranno dalla vicenda sanitaria. Molti bar e ristoranti hanno deciso di chiudere anche a tutela dei loro dipendenti. So anche che potrebbero esserci delle decisioni a livello ministeriale con un inasprimento. Caldeggio questa soluzione perchè si devono ridurre gli spostamenti. Solo così è possibile battere la diffusione del virus. Come hanno fatto in Cina».

Canelli ha poi spiegato che sono state controllate circa 300 persone. Sono state elevate anche alcune contravvenzioni e ha fatto cenno alla difficoltà nel reperire dispositivi sanitari come mascherine e strumenti per abbattere il rischio e ha invitato i dottori di lavoro a controllare che siano rispettate le norme di contenimento. 

Intanto sono stati resi noti i numeri del contagio in Piemonte. Nella nostra regione le persone risultate positive al Covid-1 sono al momento 482; quelle negative al test 1.986. Gli esami in corso sono 362. Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti: 115 a Torino, 58 ad Asti, 69 ad Alessandria, 23 a Biella, 14 a Cuneo, 24 a Novara, 24 a Vercelli  e 11 nel Vco.

I casi positivi provenienti da fuori regione sono 18, mentre 126 casi sono ancora in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

In rianimazione sono ricoverate 74 persone. I decessi sono 20.