Rischio Coronavirus, sospesa l’attività di ortopedia all’Ospedale Maggiore di Novara

0
[bsa_pro_ad_space id=2]

In ospedale è stata sospesa l’attività nel reparto ortopedico dove sono operativi i soli interventi in urgenza. Questa la conseguenza del ricovero di una giovane lombarda cui è stata diagnosticata la positività al Coronavirus.

La vicenda è quella cui abbiamo fatto cenno questa mattina. La ragazza ventisettenne era stata vittima di un incidente stradale e trasportata al Maggiore. Uscita dal Pronto Soccorso, come ora accade per norma, è stata sottoposta al tampone dal quale è risultata infetta da Covid-19. Per questo «la direzione sanitaria – si legge in un comunicato – ha assunto alcuni provvedimenti in via del tutto precauzionale: il personale in servizio in quel momento è stato tenuto a domicilio e di conseguenza è stato necessario ridurre il numero dei posti letto da 24 a 7 con sospensione dell’attività ortopedica e garanzia della sola attività traumatologica urgente»

Degli otto pazienti attualmente ricoverati in reparto cinque sono stati trasferiti nell’Area di Degenza Sovrannumeraria Chirurgica e tre in Chirurgia Vascolare. Il provvedimento sarà valido fino alla verifica «dello stato infettivo degli operatori. I degenti del reparto non hanno alcun problema», chiude il comunicato.

Oltre alla giovane lombarda sono tre le persone ricoverate a Novara e positive al Covod-19.  Si tratta della donna proveniente da Piacenza di cui abbiamo detto nei giorni scorsi, di una donna residente in provincia di Vercelli e un uomo residente in provincia di Novara. Nessuno dei quattro è in terapia intensiva.  È invece, in terapia intensiva un novarese, ricoverato all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli.

Il sindaco di Novara Canelli ha fatto sapere durante la sua consueta diretta Facebook al centro del quale c’è stata la dura denuncia dei «comportamenti irresponsabili che si verificano in città con palestre sovraffollate e ludoteche improvvisate» che in giornata sono state circa 100 le persone sottoposte a pre-triage nella apposita tenda montata all’esterno dell’Ospedale. A nessuno tra coloro che hanno richiesto l’intervento dei sanitari per valutare le loro condizioni di salute in relazione al possibile contagio da Coronavirus è stata diagnosticata la malattia