Per “Voci di Donna” lunedì 28 arriva Daria Bignardi

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Lunedì 28 marzo, alle 18, al Circolo dei lettori, negli spazi dell’Arengo del Broletto, per l’edizione 2022 del festival letterario al femminile “Voci di donna”, arriva Daria Bignardi, che, in dialogo con Elena Loewenthal, direttrice della Fondazione Circolo dei lettori, presenterà il suo ultimo lavoro, dal titolo “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici”.
Per l’occasione abbiamo intervistato l’autrice.
 
– Perché la scelta di raccontare i libri che ti hanno rovinato la vita, che hanno determinato un dolore, uno sconvolgimento?

«Kafka diceva che i libri devono pungere, mordere…La vera  letteratura e l’arte in generale devono turbare, per restare».

– Un libro che parla del potere dei libri, della loro immensa capacità
di seduzione. Qual è stato il primo libro che ti ha rovinato la vita?

«Un romanzo russo del 1907: Il Demone meschino di Sologub. Lo lessi a tredici anni, scoprii l’esistenza del male. Mi sconvolse e mi attrasse».
 
– Quelli che ci fanno male, dici, sono quelli che non si dimenticano più. Perché?

«Perché ci dicono qualcosa di noi stessi».

– E il libro che, invece, ti ha reso la vita più piacevole, più ‘positiva’, che ti ha influenzato positivamente?

«Ce ne sono tanti. Ne parlo in questo libro. Non posso sceglierne uno solo!».

– Il tuo avvio con la lettura, ricordi il primo libro che hai letto e ciò che ti ha dato?

«Era un libro illustrato, avevo cinque anni. La storia di un bambino con gli occhi azzurri che si chiamava Celestino…Ne parlo nel libro. Me la ricordavo diversa perché l’avevo perduto. I lettori me l’hanno mandata e ho fatto un’altra scoperta sconvolgente! Magari ne parlo a Novara».

– In “Libri che mi hanno rovinato la vita…” dici che l’importante è che i libri siano belli e onesti. Quali, con queste caratteristiche, consiglieresti?

«Ho scritto questo libro proprio per non fare liste e raccontare che cosa intima e personale sia leggere. C’è dentro la mia vita attraverso i miei incontri libreschi e non. Ognuno ha i suoi».