Teleriscaldamento, per Novara c’è un progetto da 80 milioni

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Teleriscaldamento, per Novara c’è un progetto da 80 milioni
La centrale Iren di teleriscaldamento del Politecnico di Torino
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Si torna a parlare di teleriscaldamento in città. Il rilancio di un progetto che era stato messo in opera anni fa dall’amministrazione Giordano e poi tramontato per i mutamenti delle condizioni economiche, oltre che per i contrasti tra le due società che avevano ottenuto l’appalto, è nei piani del sindaco Canelli. «Il teleriscaldamento – ci dice il sindaco – potrebbe portare vantaggi ambientali ed economici. Solo per fare qualche cifra, i cittadini arriverebbero a pagare tra il 5 e il 10% in meno in costi per la climatizzazione invernale, un risparmio che si sommerebbe al taglio alle spese di manutenzione degli impianti domestici, sostituiti da un sistema centralizzato». Canelli paventa anche vantaggi per la viabilità: «La collocazione delle tubature – dice il sindaco – sarebbe seguita da un piano di asfaltatature per ripristinare le trincee per la collocazione dei tubi». Novara sarebbe già nei piani di una società specializzata, “Iren” che opera a Torino e Parma, investirebbe tra i 70 e 80 milioni. «L’idea – dice Canelli – potrebbe essere quella di coprire con il servizio la città a partire dalla zona nord est per scendere fino alla zona sud, usando l’energia già prodotta da alcune aziende del polo chimico di Sant’Agabio per far funzionare il sistema senza dover costruire un nuovo impianto. Ci sarebbe un significativo abbattimento dell’inquinamento. Anche se gli allarmismi della qualità dell’aria sono forse esagerati. La pianura padana è fisiologicamente afflitta da una situazione di difficoltà dovuta allo smog. Se confrontiamo i dati storici rispetto a 30/40 anni fa notiamo come ci sia un netto miglioramento. Però questo non significa che non bisogna migliorare ulteriormente la situazione. Il piano che ci è stato presentato, a pieno regime, equivarrebbe a un decremento di 700/800 camini, pari ad una riduzione di 20mila veicoli che percorrono 10mila chilometri all’anno in città. Siamo in attesa di ulteriori dati scientifici che possano confermarci queste previsioni elaborate dal Politecnico». Il progetto del teleriscaldamento è chiaramente ancora da approfondire per l’impatto che può avere sulla città anche perché è molto “invasivo”: per questo va pensato in modo razionale. Una volta definito nei contorni giuridici, economici ed organizzativi andrà portato all’attenzione delle commissioni e del consiglio. Ma una volta appurato che esistono le basi per discutere il progetto e una volta messa in atto la realizzazione della rete, per la quale ci sarà ovviamente un bando, «ci sarebbe la possibilità – dice Canelli – di andare al di là, dell’efficacia di interventi tampone come il blocco del traffico. Si collocherebbe un progetto strategico e coordinato al posto del rincorrere l’emergenza. Oltre al teleriscaldamento bisogna spingere sulle infrastrutture. Penso alle postazioni per le auto elettriche. Un altro sistema è la creazione di nuove aree verdi». Il teleriscaldamento, come accennato, è però un’opera già valutata in passato ma poi tramontata: «E’ così – prosegue il sindaco -. C’è da dire che è fallito per dinamiche esterne al Comune. Senza replicare quell’esperienza riteniamo però che possa essere un percorso da seguire».