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Gioco d’azzardo, perchè non si vince: dal Politecnico di Milano alle Scuole, “Bet on Math”, programma su come le slot danno i numeri

In Italia ci sono milioni di giocatori d’azzardo. Secondo dati del 2016, gli ultimi disponibili, il 54% degli italiani gioca almeno una volta all’anno sperando in una vincita in denaro. Secondo una delle ultime relazioni su droghe e dipendenze presentata al Parlamento, i giocatori problematici vanno dai 750mila ai 2.300.000 italiani adulti e vengono definiti come scommettitori che «investono anche discrete somme di denaro senza aver ancora sviluppato una vera e propria dipendenza». Il numero dei giocatori “patologici” in preda ad un disturbo compulsivo oscilla dai 300mila al milione e 300mila. La spesa procapite oscilla infatti tra i 300 e i 600 euro all’anno. Eppure non esiste nazione in Europa che perda in azzardo quanto l’Italia. Commisurata al Prodotto interno lordo, la Spesa del nostro Paese, pari allo 0,85%, supera di poco quella degli Stati Uniti (0,78) e della Gran Bretagna (0,75). È il doppio di quella francese (0,41) e più del doppio di quella tedesca (0,31). Sono stati questi dati ad aver spinto un gruppo di matematici del Politecnico di Milano a mettere a punto il programma “Bet on Math”, ovvero Scommetti sulla matematica: un corso di sei ore che è stato adottato dal 2015 come strumento didattico da centinaia di insegnanti di matematica delle scuole secondarie superiori concepito per insegnare gli elementi di base della probabilità nelle loro classi, affrontando, con finalità preventive, la tematica del gioco d’azzardo. «Il corso è stato finanziato dal programma di Responsabilità sociale del Politecnico di Milano, il Polisocial Award, dedicato a progetti di ricerca con finalità sociali» spiega Nicola Parolini, docente di Analisi numerica nel Corso di laurea di Ingegneria matematica del Politecnico atteso venerdì 23 febbraio alla parrocchia Sacro Cuore di Novara nel quarto appuntamento degli “Incontri ravvicinati con la matematica” organizzati dal collega Sandro Salsa con il parroco don Tiziano Righetto ed il nostro settimanale. Il fatto è che, spiega l’ingegnere, la crescita del gioco d’azzardo insieme all’analfabetismo matematico configurano ormai un’emergenza sociale talmente diffusa da far correre ai ripari chiunque abbia a cuore il futuro del nostro Paese, soprattutto a partire dalle fasce più vulnerabili dei giovanissimi e degli anziani. «Il programma punta a far emergere due concetti base, la probabilità di vincita e l’equità del gioco – rimarca – e contemporaneamente mette in luce i meccanismi psicologici inconsci che spingono a continuare a giocare malgrado le perdite». Infatti, come viene mostrato con evidenza scientifica, «la roulette come gli altri giochi non conserva alcuna memoria dei numeri usciti: il giocatore si illude che dopo 20 uscite sul ‘nero’ diventi probabile che esca il rosso, oppure lo zero, ma in realtà la roulette resta assolutamente causale: le probabilità che esca il nero o il rosso restano 18 su 37». Il progetto nato nel 2013 punta in effetti non tanto ad andare per le scuole e raccontare i rischi del gioco, ma a preparare del materiale didattico accessibile e facilmente interiorizzabile dagli studenti, che ora possono scaricare anche un’app da tenere sul cellulare ed eventualmente trasmettere anche agli altri familiari, per mostrare la probabilità che governa i giochi d’azzardo e come la conoscenza di semplici strumenti matematici unita all’uso di simulatori possa contribuire a depotenziare le più popolari credenze sul gioco. «Cerchiamo il più possibile di far emergere come siano estremamente scarse le probabilità di vincita – rimarca lo studioso – tanto del Jackpot del Superenalotto come del premio massimo di una lotteria. E come siano fallaci le speranze di chi ritiene che, se ci si avvicina alla meta della vittoria con un esito positivo parziale, la vincita sia dietro l’angolo alla giocata successiva: è anche questo che ha portato sul lastrico centinaia di migliaia di giocatori compulsivi». Il programma “Bet on Math” è stato premiato proprio nei giorni scorsi dall’Unione matematica italiana (Umi) con il Premio 2017 “Guido Castelnuovo” per la Divulgazione matematica conferito a Chiara Andrà, Nicola Parolini e Marco Verani autori del progetto.

Manuela Borraccino: