«Medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose«»: persone che, in questi mesi di pandemia, «non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia», comprendendo – e forse aiutandoci a comprendere – che «nessuno si salva da solo». Lo scrive papa Francesco nella Patris Corde, l’ultima sua lettera apostolica diffusa lo scorso 8 dicembre nella quale istituisce l’Anno di San Giuseppe (che terminerà proprio nella solennità dell’Immacolata 2021, ndr). «L’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà». Nel tempo del Natale, a conclusione di quest’anno difficile e doloroso, che abbiamo raccontato proprio cercando di dare voce ai tanti che con il loro lavoro si sono impegnati per il bene di tutti, vogliamo ritagliare un nuovo spazio da dedicare a queste persone che operano lontano dai riflettori. Una piccola carrellata di storie ordinarie che si dipanano lungo i mesi di un anno eccezionale.
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Sono padri, madri, figli, fratelli, sorelle. Sono uomini e donne che, per la professione che svolgono, sono abituati ad affrontare incognite e difficoltà ma sono anche persone come tutti noi. Con una famiglia, con paure e speranze. Sono gli operatori delle Forze dell’Ordine, sempre in prima linea 365 giorni l’anno, ancor di più in quest’emergenza sanitaria. Sotto la divisa convivono anche loro con ansie e preoccupazioni legate alla pandemia. E spesso lavorano lontano dalla propria terra, dai propri affetti. «I mesi che stiamo vivendo – racconta Marco Nottebella, 34 anni, dirigente delle Volanti della Polizia di Stato di Novara, originario di Caserta – sono un periodo difficile per tutti e in cui occorre avere tanto equilibrio, con la speranza che tutto questo termini presto».
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