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Novara: la vita dei tassisti nei giorni del virus al parcheggio in attesa del passeggero che non c’è

Una brutta frenata in attesa di poter ripartire al più presto. Il coronavirus ha messo in ginocchio anche l’attività dei tassisti novaresi. Gente obbligata a stare in casa, strade deserte e clienti ovviamente ridotti al lumicino. Con tutto quello che ne consegue.

Leggete il nostro settimanale;GRATIS per tre mesi: scoprite come «L’ultimo servizio? Risale a dieci giorni fa, poi il nulla assoluto». Anche l’attività di questo specifico settore è ormai vicino al collasso. «In termini economici – spiega Stefano Zanforlin tra i più noti tassisti della città – posso confermare mancati incassi per al- meno il 90%. A marzo ha fatto 3-4 corse in totale. Questo mese sono ancorato a quella dell’altra settimana. Da giorni sono praticamente fermo, così come credo quasi tutti gli altri miei colleghi. Anche se dobbiamo comunque assicurare la nostra pre- senza garantendo il servizio». Per chi è un mistero. «Il grosso del mio lavoro – continua – era fino a poco tempo fa strettamente legato alle corse da e per la stazione ferroviaria e l’ospedale. Oggi chi può lavora in smart-working e le visite ai degenti in ospedale sono sempre più ri- mandate. I conti, in negativo, sono presto fatti». Anche per quanto at- tiene il servizio di consegna di spese alimentari o altro direttamente a domicilio? «Questo esiste da sempre, come del resto quello relativo ai medicinali. Tuttavia, che io sappia, qui a Novara non lo fa quasi nessuno».

Di necessità virtù come se ne può uscire cercando di far collimare la sicurezza al bisogno di dover lavora- re? «Al momento le regole sono chiare. Un solo cliente alla volta con la possibilità di farlo accomodare unicamente sul sedile posteriore.

Poi, è chiaro, mascherine e guanti, massima pulizia dell’abitacolo previa continua sanificazione. Garanti- re insomma il massimo comfort possibile e tutelare al massimo la salute di tutti». Si può far di più? «Si deve, perché in qualche modo urge ripartire. A Milano, ma anche a Torino, molti colleghi si stanno organizzando per mettere divisori in plexiglass ‘dividendo’ in due la par- te interna dell’autovettura. Anche qui a Novara stiamo valutando di seguire a breve questa procedura». E’ già possibile farlo? «Occorre avere prima l’autorizzazione e poi l’omologazione per l’installazione poiché, in caso di incidente, l’assicurazione non rimborserebbe alcun danno. Certo dovremo provvedere al più presto, seguendo anche le linee guida che ci verrano date dalla Motorizzazione».

Flavio Bosetti: