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Elezioni Regionali 2019, Chiamparino: «Il Piemonte dei “sì” per far correre la Regione»

L’interconnessione del Piemonte con le grandi rotte europee delle merci, il tema del “torinocentrismo” e gli equilibri con i territori periferici, la scommessa sul rilancio dell’occupazione. Sono alcuni dei grandi temi su cui Sergio Chiamparino, candidato del centrosinistra alle Elezioni Regionali 2019, si è dovuto misurare nel suo primo mandato e sui cui molti nodi restano da sciogliere per i prossimi cinque anni. A partire della sanità, con una ricerca di equilibrio tra l’investimento sui grandi poli ospedalieri e il presidio dei territori  periferici

Presidente,  qual è il cuore della sua proposta in questo ambito?

«Innanzitutto non sottovaluterei opere come l’ospedale unico del Vco e la Città della salute di Novara, miglioreranno ulteriormente la qualità dell’assistenza sanitaria di quei territori.   A essi stiamo affiancando la realizzazione di strutture territoriali, anche con il riutilizzo degli ospedali che vengono accorpati. Sono occasioni di cura sul territorio che, uniti all’assistenza domiciliare e all’alta complessità affrontata dagli ospedali, rappresentano gangli di una rete in grado di garantire i diversi livelli di cura. Vorrei però sottolineare che la Città della salute non è solo un ospedale, ma un luogo in cui si unisce la cura dell’alta complessità alla formazione e alla ricerca più avanzata. Una realtà che, se vista insieme al Parco della Salute di Torino e all’analoga struttura che sta nascendo a Rho, può rappresentare un distretto della scienza della vita tra i più evoluti in Europa, capace di attrarre risorse finanziarie e umane e di rilanciare un territorio».

Parliamo ancora di investimenti, questa volta nelle infrastrutture. Il suo slogan è “Piemonte del sì”. Ma quali “sì” potrà davvero dire considerando anche che tra chi la sostiene qualcuno, come Leu-Verdi, ha una visione diversa dalla sua su tante partite, a partire dalla Tav?

«A parte che non tutti i loro candidati sono contrari alla Tav, le ricordo che Leu è stata già nella mia maggioranza in Regione Piemonte in questi 5 anni e non c’è un solo atto che sia contrario alla Torino-Lione in questa legislatura.  Non c’è alcun rischio dalla mia coalizione sulla Tav. I problemi vengono tutti dalla Lega che formalmente si dice a favore, ma che ha scambiato questa posizione con le poltrone governative e ha accettato il blocco dell’opera per mantenere l’intesa con i 5 Stelle».

Sul tema dei collegamenti, il Novarese ha per vocazione un ruolo strategico. Eppure, le potenzialità sono state frustrate da immobilismo decennale, con importanti progetti mai andati in porto. 

«Penso che il Novarese possa ancora avere un ruolo importante nella logistica. Ne sono talmente convinto che abbiamo appena ceduto le quote di Finpiemonte del Cim agli svizzeri di Hupac che vengono a investire su Novara 18 milioni di euro, che avranno sicuramente una ricaduta importante sul territorio e sono significativi del ruolo che Novara può giocare nella logistica, oggi un settore trainante e che rappresenta una leva fondamentale per la crescita di un territorio e di una regione. Certo è che la realizzazione della TAV è essenziale per ridare slancio al polo logistico Novarese. Penso che anche la realizzazione del terzo valico e l’impulso che darà potranno avere ricadute sul sistema logistico del novarese».

Novarese e Vco troppo spesso hanno visto nel Piemonte un patrigno che  non ascolta i suoi bisogni. Si tratta solo di luoghi comuni? 

«Che ci siano legami forti del Vco e del Novarese con la Lombardia è evidente a tutti. Credo che vedere i confini delle regioni come muri invalicabili sia stupido e sbagliato, penso che occorra sempre più sviluppare i rapporti e gli accordi tra le regioni sui territori limitrofi. Detto questo, il risultato del referendum nel Vco taglia la testa al toro: se solo un elettore su tre è andato a votare, è segno che il tema del passaggio alla Lombardia non è così sentito come veniva detto. Penso anche che questa amministrazione abbia dato più di un segnale concreto dell’attenzione verso quei territori, certificata anche dal ruolo del vicepresidente Aldo Reschigna. Nel Vco questa Giunta sta contribuendo con una quota di 4 milioni all’anno all’attività di una provincia che era sull’orlo del dissesto, evitato anche grazie al nostro intervento con 9 milioni di euro. Siamo intervenuti sulla manutenzione anche straordinaria delle strade, penso alla SS34 o alla valcannobina, sulla cultura e sul turismo, solo per citare alcuni esempi, come segno dell’importanza che diamo al nord-est del Piemonte e che intendiamo mantenere e sviluppare».

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