Attraverso la Val Grande, cercando le tracce di San Bernardo

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di don Damiano Pomi

Per concludere il nostro percorso sulle tracce di San Bernardo di Aosta, alla fine di questo anno celebrativo in suo onore, dopo aver percorso la zona di Varallo e della Valle Mastallone alla ricerca delle testimonianze relative al suo culto, saliamo verso la Val Grande, anch’essa ricca di luoghi a lui dedicati che raccontano della devozione delle nostre popolazioni di montagna verso il santo.

La prima chiesa che s’incontra è il bell’oratorio di Isola di Vocca, ubicato subito oltre il ponte che, varcando il Sesia, unisce la frazione con la strada statale che sale verso Alagna, rifacimento di uno più antico asportato da una piena del fiume. Un inventario del 1713 documentata la presenza di un’ancona con le statue della Madonna, del santo titolare – anche affrescato sopra il portico antistante – e dell’omonimo abate cistercense. Nell’ambito della parrocchia di Scopa, è dedicato a San Bernardo l’oratorio di Scopetta, primo nucleo abitato che s’incontra dopo aver superato il colle dei Dinelli e già descritto in un inventario del 1621. L’arcidiacono aostano è ritratto in una bella scultura lignea di fattura seicentesca, analoga a quella di Sant’Agata il cui culto è presente nello stesso edificio.

Più antica è la chiesetta in località Ordarino di Scopello, che sorge a lato della strada per Mera, oggi rinomata stazione sciistica ma già luogo di alpeggio da parte dei pastori sia valsesiani che biellesi. Un recente restauro ha permesso di recuperare gli affreschi risalenti alla seconda metà del XV secolo che ne decorano l’abside, parte più antica della struttura poi ingrandita nel corso dei secoli successivi, con l’aggiunta anche di un grande portico per il riparo e la sosta di chi transitava da quell’importante via di comunicazione. Nella fascia inferiore, al centro compare la figura della Vergine Maria con il Bambino ai cui lati si dispiega una teoria di santi particolarmente invocati un tempo per diverse necessità. Sulla destra ecco l’immagine di Bernardo, seguito dal vescovo Gottardo e dal martire astigiano Secondo; dalla parte opposta figurano Antonio abate, Giovanni Battista e Sebastiano, noto protettore contro le pestilenze. Nello spazio superiore del catino è emerso un bellissimo Cristo in maestà, ai cui lati vi sono le figure simboliche dei quattro evangelisti. Sopra alla figura di San Secondo, un cartiglio reca una iscrizione dedicatoria che potrebbe indicare il 1473 come data di esecuzione di questi affreschi; più recente è l’immagine di Bernardo dipinta sopra la porta d’ingresso. 


L’articolo integrale sul nostro settimanale, in edicola da venerdì 16 dicembre 2022 e disponibile anche online, in tutte le edizioni: 

– Edizione Nord: Il Popolo dell’Ossola, l’Informatore del Cusio, il Verbano

– Edizione Centro: L’Informatore di Borgomanero, il Monte Rosa, il Sempione

– Edizione Sud: L’azione, l’Eco di Galliate, il Cittadino Oleggese, il Ricreo