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A Re, alla casa Maria Immacolata è nato il nuovo centro diurno

A Re inaugurato il nuovo Centro Diurno Integrato, la struttura semi residenziale aperta dal lunedì al venerdì per circa una decina di ore al giorno che assiste – con personale tecnico specializzato – anziani non autosufficienti e parzialmente non autosufficienti che necessitano di prestazioni di carattere assistenziale.

Un’idea nata prima della pandemia che finalmente ha trovato realizzazione negli spazi della grande struttura della Rsa “Cuore Immacolato di Maria” di Re: un luogo studiato nei minimi dettagli, accogliente e adatto alle esigenze degli anziani.

Spazi indispensabili per la socialità e la vita di relazione delle persone più fragili che necessitano di particolari attenzioni e bisogni, ma anche un aiuto alle famiglie e a chi, quotidianamente, assiste gli anziani.

I Silenziosi Operai della Croce che gestiscono l’intera struttura, si sono già resi protagonisti, oltre che della gestione della Rsa residenziale e del servizio pasti a domicilio iniziato prima della pandemia con la partecipazione di numerosi volontari e associazioni della Valle, anche, in questo anno, dell’accoglienza di rifugiati ucraini e di altre nazionalità.

Il centro è collocato al piano terra dell’edificio con possibilità di accedere all’esteso parco della casa e di poter usufruire di locali ampi e luminosi e di interagire (regole sanitarie permettendo) con gli ospiti presenti nella parte residenziale. Le attività saranno gestite da personale tecnico (operatori sociosanitari, infermieri, fisioterapista e animatrice) per soddisfare le necessità degli utenti. Saranno previste le attività di assistenza tutelare alla persona, cure estetiche e di igiene personale, assistenza infermieristica, mobilizzazione, animazione, attività occupazionali, vitto, trasporto. «Lo scopo – spiegano dalla Rsa – è quello di favorire il recupero dell’autonomia e il mantenimento nel proprio contesto abitativo, migliorando e sviluppando le capacità residue offrendo un supporto al nucleo familiare. L’idea del Centro diurno è nata da una riflessione condivisa con il C.I.S.S. Ossola e l’Asl Vco, sollecitata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso della Valle Vigezzo che grazie ad una generosa eredità del socio benefattore Piero Regis ha contribuito nell’allestimento dei locali e nell’acquisto delle attrezzature». Anche la Fondazione Comunitaria del Vco ha contribuito generosamente per la ristrutturazione degli ambienti e gli adeguamenti necessari a rendere il centro accogliente e rispettoso della normativa vigente. «Abbiamo capito subito che questo progetto – commenta Maurizio De Paoli, presidente di Fondazione Comunitaria Vco – era una risposta importante a un bisogno reale della Valle Vigezzo. Ci siamo quindi dati da fare per reperire le risorse e con Fondazione Cariplo siamo riusciti a destinare 57mila euro per la realizzazione di questo centro». «Il Centro Diurno – spiega Mara Strazzacappa, direttrice della struttura di Re – è collocato all’interno della Rsa residenziale già presente nell’edificio. Il centro è quindi integrato con questa realtà: speriamo di poter a breve creare un’interazione fra gli anziani che sono ricoverati e le persone che usufruiranno di questo servizio, dando la possibilità di ricreare rapporti di amicizia e vicinanza per entrambi. Il centro ha inoltre una valenza sanitaria: con l’attività degli operatori specializzati sono disponibili l’assistenza infermieristica e tutelare per attività che a volte i familiari a casa faticano a gestire». Gli anziani già presenti nella Rsa residenziale sono stati protagonisti delle scelte per la realizzazione del centro. «Ascoltare e sentire le necessità degli anziani presenti nella Rsa in questi anni ci ha fatto comprendere come doveva essere progettato il nuovo centro», sottolinea Sorella Roberta Guastamacchia. «Dalla disposizione degli spazi ai colori, fino alle luci tutto è pensato per le loro esigenze e per farli stare bene. Il “sentirsi a casa” è la priorità principale: poter incontrare persone al di fuori e stare insieme sono le esigenze più importanti. Spesso il problema principale che gli anziani soffrono è la solitudine. Credo che il centro diurno possa essere proprio questa domiciliarità: l’anziano può continuare a restare nella sua casa potendo però usufruire di quegli aiuti che possono permettere la stimolazione giusta per un prolungamento delle funzionalità personali, cognitive e nello stesso tempo l’aspetto relazionale con gli altri ospiti», conclude Sorella Roberta. Il centro è intitolato a Sorella Serena Cavallino, che è stata, dal 2020 fino alla sua morte nell’agosto di quest’anno, responsabile della Comunità di Re e forte promotrice di questa nuova iniziativa. Un sogno che Sorella Serena aveva nel cuore in modo particolare: il suo intento era quello di dare alle persone anziane uno spazio dove sentirsi persone utili e protagonisti della loro vita. Francesca Pinto

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