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Ad Arona Giacomo Poretti racconta la dignità del malato

Piccolo grande Giacomino, all’anagrafe Giacomo Poretti, classe 1956, nativo di Villa Cortese alla periferia di Legnano, famoso per essere il trentatré virgola trentatré per cento periodico del trio Aldo, Giovanni e – appunto – Giacomo. E’ stato protagonista di un incontro al Festival della Dignità umana, al Teatro San Carlo di Arona, gremito all’interno e anche all’esterno: molti non sono potuti entrare. Introdotto da Luisella Ferrari, presidente dell’associazione organizzatrice “Dignità e lavoro Cecco Fornara”, presentato dagli splendidi studenti del “Progetto scuole del Festival”, Giacomo Poretti, in dialogo con il giornalista Armando Besio, si è soffermato sul tema “Un’educazione sentimentale: le storie della vita che fanno ridere e ci fanno piangere”. Ha ricordato gli undici anni di esperienza all’ospedale di Legnano, all’inizio come infermiere generico poi come capo sala. Questo prima di scegliere di diventare attore. Ha vissuto giorni, e soprattutto notti, a contatto con il dolore, con persone che lottavano per vivere e spesso non ce la facevano (è stato anche in un reparto oncologico), in bilico fra sentimenti di «indifferenza da un lato e affezione al malato dall’altro», il primo per svolgere l’attività in modo professionale, il secondo per farlo con empatia: «Non va bene né il troppo dell’uno né il troppo dell’altro, ma trovare un equilibrio è difficile».

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Gianni Cometti: