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La famiglia resta la grande assente dalla campagna elettorale

Foto di Denise Husted/Pixabay

di Veronica Bosi *

Si dice che la speranza sia sempre l’ultima a morire. E probabilmente è così. Sarà per questo che durante ogni campagna elettorale le famiglie si ritrovano ad attendere con trepidazione le tanto promesse politiche familiari. Quelle misure che una volta per tutte farebbero tirare un sospiro di sollievo, quelle misure che farebbero sentire le famiglie degne di essere sostenute nella grande promessa che portano: il futuro del nostro Paese. Ed ecco che avvicinandosi la prossima scadenza elettorale quella piccola fiammella di speranza sembra riprendere vigore nell’amara consapevolezza che, su questi temi, la dialettica partitica ha perso ormai ogni credibilità. E questo sembra essere stato generalmente e pacificamente accettato se pensiamo all’assordante assenza del tema “famiglia” nel dibattito politico degli ultimi mesi.

Io e mio marito abbiamo tre figli di età molto diverse: 15 anni, 10 anni e 8 mesi. Purtroppo dobbiamo tristemente constatare che sono numerosi gli ambiti in cui noi padri e madri di famiglia ci troviamo a dover invocare un aiuto che troppo spesso non arriva. Si parte dalla gestione della prima infanzia in cui ci troviamo a divincolarci tra la mancanza di asili nido a tariffe accessibili e nonni che vengono tacitamente considerati dallo Stato come ammortizzatori sociali, si passa dalla fiscalità che non è adeguata ai carichi familiari favorendo coloro che non hanno familiari di cui farsi carico. E si arriva al grande tema generale del ruolo della donna-madre che si trova sempre più spesso divisa tra il senso di colpa di dover rinunciare a certe opportunità lavorative e quello di limitarsi il tempo da trascorrere con i propri figli (se poi una madre ha la sfortuna di essere lavoratrice autonoma il senso di colpa non la fa dormire di notte).

Queste sono solo alcune delle tante urgenze che noi famiglie ogni giorno gridiamo avendo la percezione di non emettere alcun rumore, come se fossimo chiuse in una scatola insonorizzata. Un barlume di speranza si è riacceso qualche mese fa con l’introduzione dell’assegno unico che però, per i limiti che porta (requisiti Isee e sconvenienza per tanti nuclei familiari rispetto alle precedenti detrazioni), necessita di parecchi aggiustamenti e revisioni, anche perché nel mese di agosto la misura ha subito un taglio in termini di risorse economiche messe a disposizione. E questo è molto grave se si pensa che in realtà sarebbero dovute aumentare.

In questa situazione in cui le famiglie portano ancora le fatiche della pandemia, sia in termini socio-relazionali che in termini economici, e in cui si prospetta un ulteriore aggravamento legato alla crisi energetica, urge che la politica punti energie lungimiranti nel supportare quella realtà sociale che troppo spesso viene sventolata in bellissimi slogan dai vari partiti politici a cui però non seguono i fatti. Il tempo però è tiranno e la grave crisi demografica del nostro Paese sta correndo. Diventerà pertanto sempre più difficile per la politica ignorare nei fatti il problema. Perché così vengono considerate le famiglie purtroppo: un problema da risolvere, una categoria da assistere (con bonus e contentini quasi inutili) e non una risorsa su cui investire.

In questi giorni mi sono imbattuta nelle proposte che l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose ha raccolto per una campagna di sensibilizzazione ai candidati: si va dalla revisione dell’ISEE alla riduzione dell’IVA sui pannolini per i neonati, dall’ampliamento dei congedi parentali alla proposta “un figlio un voto”, dal sostegno al lavoro giovanile agli aiuti per l’acquisto della casa, dagli interventi per le famiglie numerose (con 3 o più figli) alla riattivazione della carta famiglia. Tutte proposte che mi auguro possano trovare cuore e gambe nella buona volontà di coloro che dal 26 settembre dovranno decidere delle sorti del nostro paese. Ne abbiamo terribilmente bisogno. Vorrei scrivere che il futuro del nostro paese dipenderà da questo. Ma sono un po’ stanca di sentirlo ripetere, ormai è diventata una noiosa cantilena. Una di quelle che ti fanno addormentare… qui invece abbiamo urgenza di crescere e camminare. Forse allora la strada è un’altra.

*Presidente Associazione  Genitori Scuole Cattoliche di Novara

 

L’articolo sul nostro settimanale, in edicola da venerdì 16 settembre 2022 e disponibile anche online, in tutte le edizioni: 

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