Difendeva la rete del Novara e cuciva il basto dei cavalli

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Difendeva la rete del Novara e cuciva il basto dei cavalli
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Raccontano che le sue erano mani saracinesca. Fra i pali in porta nello stadio di via Alcarotti nessun pallone toccava la rete.

Piero Torchio era il portiere di riserva, ma quando veniva chiamato a sostituire il titolare, non falliva mai. In quel Novara del dopoguerra il Piero venuto da Granozzo era una certezza.

Lo voleva il Siracusa in prima squadra, la società sicula avviò la trattativa, lui ci pensò su neanche troppo. Scelse di rimanere sotto la cupola per amore degli azzurri, ma anche per la sua terra d’origine, la risaia che lo aveva visto nascere e il primo mestiere che gli dava da vivere: il sellaio.

Mani tanto forti in porta quanto preziose nel rifinire i vestimenti del cavallo. Lo si intuisce osservando i pannelli fotografici (di Corrado Malinverni) che compongono la galleria dei ricordi nel museo del riso ‘l Civel di Casalbeltrame.

Lui è protagonista della nuova sezione museale denominata “La bottega del sellaio”, nata da un’idea che ruota attorno a un progetto spinto da Roberto Baraggioli presidente del sistema culturale blandratese che ha creato un comitato scientifico presieduto dalla scrittrice Margherita Oggero.

Ne fanno parte nomi altrettanto blasonati come Marco Brunazzi, Alessandro Barbero, Giorgio Simonelli, Giusi Baldissone, Sergio Negri, Elisa Castellano, Marta Niccolo, Elisa Malvestito. Madrina Lella Costa. La presentazione è avvenuta con “il turista per caso” Patrizio Roversi che crede fortemente in questa iniziativa. La risaia può essere raccontata in tanti modi. 

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