Festa della famiglia, un “evento” in piazza per un cammino che prosegua ogni giorno nelle comunità

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Foto di Denise Husted/Pixabay
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di Margherita e Marco Invernizzi*

La giornata mondiale delle famiglie è ormai alle porte. Il convegno teologico-pastorale a Roma ha preso il via e anche la nostra Diocesi si prepara ad una bella “festa di famiglia”. Da tempo non vivevamo queste forme di “evento”, momenti speciali in cui riunirsi, dirsi che ci siamo, che la nostra gioia esiste, nonostante le fatiche, e che possiamo regalarla a tutti coloro che desiderano fare un pezzetto di strada con noi. E’ anche questo il senso di un momento pubblico, di piazza: che ci permetta di incrociare ed incontrare anche altre famiglie, magari proprio quelle che hanno bisogno di ricevere un sorriso, e, perché no, anche quelle che immaginano che la Chiesa non sappia più fare festa. Ma il senso più profondo di questo momento, un po’ come la celebrazione di ogni matrimonio cristiano, non è il momento stesso, ma la promessa che porta con sé. Se questa festa finisse con i suoi riflettori, se la nostra gioia condivisa si limitasse alle strade di Cannobio in una calda domenica estiva, non abbiamo timore di dire che questo momento sarebbe quasi vano. Il 26 giugno celebriamo la famiglia, che nel resto dell’anno vuole e potrà riscoprire il senso della sua vocazione, il “perché esisto” del suo essere famiglia, potrà realizzare nella propria comunità ecclesiale un cammino condiviso, portando il proprio stile familiare in dono alla Chiesa. Certo il cammino è lungo, ma l’anno che ci attende, con il resoconto di un Incontro mondiale e accompagnati da una lettera pastorale che guarda alla famiglia, è certamente un anno propizio. Desideriamo e speriamo che questo momento sia il punto di partenza per un modo nuovo di essere famiglia nella Chiesa, e per un modo nuovo della Chiesa di accogliere le famiglie. Da decenni ormai diciamo che le famiglie non sono solo oggetto di cura, ma soggetto e risorsa per costruire comunità, e dopo il tempo del Covid, dopo relazioni moncate violentemente e improvvisamente, le famiglie dovranno riscoprire il famoso invito che già Giovanni Paolo II rivolgeva loro: “Famiglia diventa ciò che sei!” Questo è il senso di una giornata speciale: radunare parenti e amici, cantare e celebrare la gioia, per sentire possibile una missione che troppo spesso viene soffocata dai ritmi frenetici della vita, dalle strette regole economiche, da chi immagina un mondo che produce invece che un mondo che genera. Ed ora ci resta solo di augurare buona festa domenica, e buon cammino familiare nella Chiesa di ogni giorno!

*Condirettori dell’Ufficio diocesano per la famiglia