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Galliate, Cristina Mazzotti: una tesi riaccende la memoria di un crimine

«La riapertura del caso Cristina Mazzotti dopo 47 anni mi riempie di speranza per una giustizia più giusta». Il prossimo 11 maggio la studentessa Cristina Ceruti discuterà la sua tesi di laurea ‘dedicata’ al sequestro e all’omicidio di Cristina Mazzotti. Il caso è stato riaperto e altre verità potrebbero emergere. E per Cristina Ceruti si chiude un percorso universitario, alla facoltà di Giurisprudenza con percorso in Criminologia all’ateneo E-campus di Novedrate, con una tesi che non è arrivata a caso. «La vicenda di Cristina Mazzotti – dice Ceruti – mi appartiene affettivamente. Dunque nulla è stato casuale perché questa brutta storia mi è sempre rimasta impressa nella memoria fin dalla mia nascita. All’epoca mio padre Pierangelo prestava servizio alla società di pompe funebri ‘Masini e Fagnoni’ quando fu contattato quel 1 settembre 1975 per recuperare la salma di Cristina alla discarica di Galliate». Fu un momento di grandi cambiamenti, per tutti. «Sì, da quel momento la sua vita cambiò perché la vicenda lo scosse talmente tanto da indurlo a repertare qualsiasi articolo di giornale, nazionale e locale, che riportasse la vicenda e gli sviluppi che in seguito si avvicendarono. Raccolse il materiale sufficiente per portare alla luce due faldoni sull’intera storia ed uno interamente sulla cronaca del processo che ne susseguì nel 1976 fino a maggio 1977 quando si concluse». Un legame che, pur nella sua tragicità, fu indissolubile nel tempo. «A novembre del 1977 nacqui io e, inevitabilmente, i miei genitori vollero chiamarmi Cristina, in onore e ricordo di quella ragazza. Sono cresciuta con i racconti di Cristina che è diventata parte della mia famiglia e considerata da me come una sorella. Ho sempre avuto la passione per la Criminologia e quando ho deciso di riprendere gli studi, anni dopo il diploma, la scelta non poteva che ricadere su quest’ambito e il lavoro di tesi non poteva non riguardare un fatto di cronaca che ha colpito la mia città e toccato così da vicino». E che è rimasta tale nel corso di tutti questi anni.

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