Negli ultimi, nei soli e in chi domanda speranza scorgere la bellezza del Signore che viene

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I migranti e gli ultimi del mondo lasciati soli, i giovani che chiedono parole di futuro, le famiglie ferite cui stare vicino. E ancora coloro che cercano lavoro, il corpo delle donne che esigono rispetto e i malati che hanno sofferto di più, nel tempo di pandemia. A tutti loro è dedicato il messaggio del vescovo Franco Giulio per il Natale 2021. Un messaggio che è anzitutto un invito a guardare alla bellezza del Signore. Lo fa in un gioco di specchi – ritmato dall’espressione “Come sei bello…” – tra le sue parole e quelle che san Bernardo da Chiaravalle ha usato in uno dei suoi sermoni sul Cantico dei Cantici. La bellezza che indica il vescovo è quella di un Dio che si fa bambino ma che, troppo spesso, sembra essere dimenticato e non riconosciuto mentre riposa nella mangiatoia. Proprio come i tanti dimenticati che bussano – inascoltati – alla porta dell’Occidente ricco. Un Dio che si fa prossimo agli uomini con il volto di un bambino in fasce, accolto da Maria e da Giuseppe. E nella cui bellezza è possibile guardarsi proprio mentre si pongono energie, volontà e impegno per non lasciare soli tutti coloro che chiedono parole e gesti concreti di speranza. Tenendo come bussola le sue parole, proponiamo su questo numero un itinerario che conduce proprio a riflettere sui nodi che ancora sono da sciogliere oggi in merito all’attenzione a tutte queste persone. Immaginando come possibile un mondo in cui le relazioni e le dinamiche della società possono essere diverse e rinnovate, proprio grazie alla bellezza di quel bambino che viene. Negli ultimi, nei soli e in chi domanda speranza scorgere la bellezza del Signore che viene.

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VENERDI’ 17 DICEMBRE