In quell’abbraccio c’è ciascuno di noi

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Abbracciami papà. Stringimi forte. Perchè quell’istante duri tutta la vita. E sarà così, piccolo Eitan. Quante volte ce lo siamo sentiti dire dai nostri figli. E quante, complice una vita fatta di lotta con l’orologio, lo abbiamo fatto talmente velocemente da viverlo più come un obbligo che un gesto d’affetto. Invece domenica, in quella fottuta tragedia, tra le lacrime e la paura che su quella funivia ci fosse anche qualcuno che conoscevamo, tu e il tuo papà ci avete insegnato la cosa più semplice e al tempo stesso più importante: il valore di un abbraccio. E sarà un’immagine che ci porteremo dentro. Per sempre. Certo, la ferita non sarà facile da rimarginare.

Ti potranno dire di tutto, ma tu – chissà quante volte – ripenserai a quegli istanti, sbigottito, incredulo. Tutto così velocemente. Tutto così inspiegabilmente privo di significato. Ma quelle braccia, da dietro, ti hanno avvolto. Ti hanno protetto. In quel momento di dannata paura, papà Amit ti ha preso. Forse lo ha fatto proprio come quando mamma Tal ti ha dato alla luce. Forse come ha fatto mille altre volte mentre stavi rincorrendo il tuo fratellino, Tom. Abbracciami papà. Proteggimi dalle ferite, dal male, dalla paura. Da una vita che cambia in pochi secondi. Senza un perchè. Chissà quanti pensieri sarà riuscita ad elaborare la mente di due genitori che capiscono che tutto sta per finire. Chissà che incrocio di sguardi, la ricerca di una mano, il tentativo di dire una parola ancora. Eitan, lui ti ha stretto, ha provato il tutto per tutto. Donandoci un’immagine di amore intenso, fatto di un misto di protezione e di impotenza. Perchè di più non poteva fare. Abbracciami papà. Dammi la forza di reagire, di fronte allo sgomento di una tragedia che mi ha lasciato solo. Stringimi, senza lasciarmi cadere ancora di più nel vuoto. Né ora, né mai. Fammi capire che quel nome che avete scelto per me, che in ebraico significa “forte”, lo sentirò davvero mio. E che in questo momento così buio, la tua forza – insieme alla mamma, a Tom e ai bisnonni – sia luce e forza. Abbracciami papà. Perché in quel “due che diventano uno” i cuori si avvicinino fino a toccarsi, il battito dell’uno si fonda in quello dell’altro per battere all’unisono. E sia così non solo per pochi secondi. Ma per l’eternità. Perché sarà la presa di quell’ultimo abbraccio a non farti mollare mai in questo viaggio che ti aspetta. Insieme ad ogni carezza addolorata di parenti e amici, più di ogni affondo psicologico: sarà la presenza di quel sacrificio a tenere stretta la tua anima. Anzi, le vostre.