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Cordoglio per l’improvvisa morte di don Andreotti, parroco di Vanzone

Don Giorgio Andreotti, parroco di Vanzone e San Carlo Ossola, è improvvisamente morto nella giornata di ieri, venerdì 23 aprile.

Era atteso in serata in chiesa, alla preghiera del Rosario per un defunto. Allarmati per il ritardo alcuni parrocchiani lo hanno cercato in casa parrocchiale, trovandolo senza vita.

Martedì 27 aprile alle 11, il vescovo Franco Giulio presiederà il funerale nella chiesa parrocchiale di Vanzone. Sempre in chiesa parrocchiale si terrà la preghiera del Rosario lunedì 26 alle 20.

Venerdì 30 Aprile alle 20 sarà celebrata la  Messa di suffragio di nella Chiesa Parrocchiale di San Carlo.

«Di don Giorgio ricordiamo la semplicità e la cordialità nelle relazioni con i confratelli, con i parrocchiani a lui affidati e con i tanti turisti che sceglievano la valle Anzasca e Vanzone come meta per il riposo del corpo e dello spirito – dice il vicario episcopale per il clero e la vita consacrata don Gianluigi Cerutti -. Ricordiamo anche l’impegno per la Casa di Riposo G. Garbagni e per la scuola materna Asilo Infantile Vanzonese».

Don Giorgio era nato il 12 agosto 1945 a Crespino (Rovigo). Trasferitosi con la famiglia nel Novarese aveva maturato la vocazione sacerdotale nella comunità di Invorio. E’ stato ordinato il 24 giugno del 1972 da mons. Aldo Del Monte.

In quell’anno, dopo una prima esperienza in supporto per i mesi estivi a Gozzano, era stato destinato alla parrocchia di San Martino in Novara come vicario parrocchiale, occupandosi in maniera particolare dei ragazzi e dei bambini.

Nel 1977 è stato nominato parroco di Vanzone e San Carlo Ossola, in valle Anzasca. A questa comunità ha dedicato tutta la sua vita sacerdotale, accompagnandola per quasi 45 anni sino al giorno della sua morte.

«Ci uniamo al cordoglio di tutta la comunità di Vanzone e San Carlo, a quello della sorella Rosina e di tutti i suoi familiari – aggiunge don Cerutti -. Nell’intercessione di San Giorgio, la cui memoria ricorreva proprio ieri giorno della sua morte, lo affidiamo nella preghiera all’abbraccio del Padre ricco di misericordia e a Maria Madre della Chiesa, perché sia nella pienezza della Vita in Cristo risorto».

 

 

  

Andrea Gilardoni: