Caso maestre di Briona, due prescrizioni e un’assoluzione piena in Appello

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La vicenda risale al marzo di ormai dieci anni fa e aveva visto coinvolte una collaboratrice scolastica e tre maestre della scuola elementare Rodari di Briona. A quanto emerse all’epoca alcuni bambini avevano dovuto abbassare i pantaloni per far scoprire chi avesse sporcato il bagno dei maschietti. Una storia che giunse sino in televisione, con la questione trattata in maniera “urlata” da diverse trasmissioni televisive, con collegamenti anche in diretta da Briona. Le quattro donne, dopo le indagini del caso, assistite dagli avvocati Maurizio Antoniazzi (per le maestre Veronica Temporelli, Luisella Bertone e Serafina Pollo) e Romina Tara e Giovanni Luca Murru per lacollaboratrice scolastica, erano finite a processo con l’accusa definitiva di violenza privata (prima era stato contestato loro solo l’abuso di mezzi di correzione, e lo stesso pubblico ministero in prima battuta aveva chiesto l’archiviazione, non accettata però dal Giudice per le indagini preliminari ). L’11 giugno del 2014, in primo grado a Novara, era stata pronunciatala sentenza: quattro mesi per l’ex collaboratrice scolastica, tre mesi per due delle insegnanti (Bertone e Temporelli) e 20 giorni per l’altra docente, Pollo. Tutte le condanne avevano beneficiato della sospensione condizionale della pena.

Le insegnanti, con i propri avvocati (per Pollo era subentrato l’avvocato Antonio Costa Barbé, mentre le altre due erano rimaste con l’avvocato Antoniazzi), avevano fatto ricorso in appello; non fece ricorso l’ex collaboratrice scolastica. 

L’appello si è svolto qualche giorno fa a Torino.  Per Temporelli e Bertone è stato dichiarato il “non doversi procedere” a causa dell’ estinzione del reato contestato per prescrizioneE’ stata, invece, assolta totalmente per non aver commesso il fatto la terza maestra, Serafina Pollo. Il suo difensore, l’avvocato Costa Barbé, ha rimarcato come la sua assistita non avesse messo in atto alcun comportamento tale da obbligare a qualche particolare azione i minori coinvolti nella vicenda. Non solo: “la stessa – spiega il legale – non era presente al momento dei fatti”. Pollo, per il legale, non ha “in alcun modo consentito o perlomeno tollerato che altri procedessero” a quell’ispezione, “non solo perché non era presente all’ispezione ma neppure si era raffigurata la concreta possibilità che una qualche azione illecita di tale portata potesse essere compiuta dalla collaboratrice scolastica, atteso che il comportamento di quest’ultima si era rivelato assolutamente abnorme, imprevisto e imprevedibile. Il contributo che nell’azione delittuosa era stato mosso alla maestra Pollo in primo grado era di aver preso coscienza dell’anomalia della situazione senza averla impedita. Ma la sua presa di coscienza era stata successiva all’occorso in quanto al momento delle ispezioni non era nei bagni, né nel corridoio, ma nella sua classe”. 

In appello entrambe le difese hanno anche sollevato l'”eccezione Piazzano”, già accolta dalla Corte di Torino in altri casi giunti dal Tribunale di Novara, per far dichiarare la nullità del procedimento. In alcune udienze del primo grado era infatti presente un pm onorario decaduto e mai prorogato. Eccezione che a Torino questa volta è stata rigettata. Per questo l’avvocato delle altre due maestre ha intenzione di fare ricorso in Cassazione.