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Bellinzago, giornate “vuote”, ma piene di relazioni. Don Pierangelo Cerutti: «Condivisione e preghiera»

Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.

Di seguito l’intervista a don Pierangelo Cerutti parroco di Bellinzago Novarese.

Una quotidianità nuova, vuota e contemporaneamente piena. Un senso di grande vuoto, ma anche una pienezza inaspettata nella preghiera, nelle relazioni, nei gesti che scandiscono ogni giornata di questo tempo di emergenza sanitaria per il Coronavirus. “Vuoto” e “pieno”, due aggettivi contrari, che qualificano entrambi queste giornate secondo don Pierangelo Cerutti, parroco di Bellinzago. «Nella nostra grande chiesa vuota trascorro tanto tempo in preghiera, un tempo pieno e intenso, che non mi aspettavo – racconta don Pierangelo -. Vivo intensamente questo tempo svuotato dai nostri impegni presenti sul calendario, ma riempito diversa- mente, dedicando a cose che normalmente trascuravo, alla lettura approfondita di notizie e testimonianze».
Le giornate in un attimo si riempiono anche delle voci degli operatori pastorali, dei volontari, dei catechisti, degli anziani e degli ammalati con cui il parroco si mette in con- tatto telefonicamente.
«Si cerca di condividere quel- lo che si sta vivendo, di incoraggiarsi in questo cammino quaresimale – prosegue -. Molti hanno bisogno di una parola di conforto, sentono la mancanza dei sacramenti, dell’Eucarestia e della confessione. E nello scoprirsi bisognosi, ci si sente anche più pieni di fede: le nostre “cose” umane non bastano, c’è un grande bisogno dell’incontro con il Signore».

Il vuoto più grande che don Pierangelo ha avvertito concretamente è stato quello del- le famiglie che si sono trovate a piangere un caro defunto. «Il distacco da un genitore, da un nonno, da una persona cara senza poter dare un ultimo saluto, un’ultima carezza, una parola e senza poter fare nulla, lascia un vuoto che sembra incolmabile – racconta –. Il loro dolore va accolto, con la preghiera e il conforto».

Ad essere aumentata in questi giorni è anche l’attenzione e la gratitudine per chi in questo tempo si dedica agli altri attraverso la propria professione. «Si è tutti più consapevoli che molti, attraverso il lavoro, si stanno mettendo a servizio degli altri, come i medici, gli infermieri, gli insegnanti, ma anche di chi lavora nel settore alimentare e per la nostra sicurezza – conclude don Pierangelo -. Dovremmo ricordarcene sempre».

Qui l’intervista a don Giammario Lanfranchini, parroco di Omegna

Qui l’intervista a don Gianluca Villa parroco di Stresa

Qui l’intervista a don Matteo Borroni di Quarona e don Enrico Marcioni parroco di Grignasco.

Qui l’intervista a don Andrea Vigliarolo, coadiutore della parrocchia di Sant’Agabio a Novara

Qui l’intervista a don Adriano Micotti, parroco di Trobaso

Qui l’intervista a don Lorenzo Rosa, coadiutore della parrocchia di San Martino a Novara

Sara Sturmhoevel: