Covid 19, scomparso Dario Bacchetta, vicecapocentrale Telecom di Arona

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Se n’è andato anche Dario Bacchetta, 85 anni, appartenente ad una storica famiglia di Arona che aveva il suo nucleo nella frazione di Mercurago. Vice-capocentrale prima della Sip, poi della Telecom dove aveva operato per oltre un trentennio. Sabato 4 aprile, dopo un periodo non molto lungo di malattia, il Covid 19 se lo è portato via.  Era nato il 26 luglio del 1934, il padre, Fausto, era lo storico falegname della frazione; era stato un profondo educatore dell’oratorio San Giorgio, ai tempi in cui era parroco don Ugo Parravicini. Sapeva animare i pomeriggi delle domeniche, vigilava con severa bonarietà, sapeva farsi ubbidire e rispettare più con la carota che non con il bastone.  Si occupava del cinema e di tutto quanto necessitava in fatto di impianti tecnici, sia della chiesa che dell’oratorio. Curava pure gli addobbi luminosi in occasione delle festività. Aveva iniziato l’attività nell’azienda telefonica a Milano, allora Stipel, quando conobbe Anna Maria Roffini, trentina, migrata nel capoluogo lombardo per lavoro e dirigente dell’Azione Cattolica. Dopo un periodo di fidanzamento, diventerà la sua consorte. Avevano stabilito la loro dimora nel centro storico della frazione aronese, dove sono nati i figli, poi al condominio “Barita” di via Crosa. Nell’azienda telefonica di Stato aveva fatto una bella carriera, da Milano riuscì ad ottenere l’avvicinamento ad Arona. La sua laboriosità e le sue conoscenze nel campo dell’elettronica lo portarono presto a ricoprire il ruolo di vice-capocentrale, collaboratore di Franco Olearo, prima, ed Eugenio Colombi poi. Le sue capacità tecniche non erano sfuggite ad una grande azienda di apparecchiature telefoniche che negli ultimi anni si erano accaparrati la sua collaborazione. In pensione da oltre 25 anni, non aveva mai smesso di mettere a disposizione le sue doti, non solo per la sua famiglia e i parenti, ma anche per gli altri. Una volta in pensione, aveva dato una mano ai figli che si erano costruiti la loro famiglia. Non faceva mancare i suoi consigli e la sua presenza quando necessario.  Suggerimenti e consigli li distribuiva, con il garbo che lo contraddistingueva, pure ad amici e  conoscenti. Insomma un fratello maggiore un buon papà per tutti.   Da qualche tempo si era trasferito a Pelizzano, in provincia di Trento, paese natale della moglie, la quale per una malattia aveva trovato ospitalità nella locale casa di riposo. Dario le ha voluto essere al fianco sino all’ultimo. La patologia l’ha portata al decesso qualche anno prima di lui. Bacchetta aveva perso già i fratelli Delfino, Giorgio e Maria, ora lascia i figli Pierpaolo ed Enrico, con le consorti e due figlie ciascuno, e i fratelli Orsolina e Franco.  La salma è giunta giovedì 9 aprile nell’ara crematoria di Trento e le ceneri deposte, accanto alla moglie, nel cimitero di Pelizzano.