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Don Gianluca De Marco: «Capire e mettere a frutto le opportunità di questo tempo»

Abbiamo sentito la voce di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi in questo particolare momento: i legami della comunità che non si sciolgono.

Di seguito l’intervista a don Gianluca De Marco, coadiutore dei giovani ad Arona.

«Opportunità e relazioni sono le parole chiave delle mie giornate, in questo tempo in cui la routine quotidiana è cambiata per tutti», spiega don Gianluca De Marco, coadiutore dei giovani ad Arona. Dall’Oratorio San Carlo, chiuso per le disposizioni per il Coronavirus, il sacerdote racconta di come sia tutto cambiato, tranne l’attenzione per i giovani e le famiglie. «Dal primo giorno mi sono domandato quali opportunità mi dà questo tempo? Se inizialmente ho pensato alla possibilità di dedicarmi allo studio, alla vita spirituale a volte troppo frettolosa, ma con il passare dei giorni, ho capito che dovevo interrogarmi su come, con le risorse e competenze a disposizione, potevo stare accanto ai bambini e ai ragazzi in questo momento». Da questa riflessione sono scaturite le proposte per i bambini del catechismo, i ragazzi e i giovani adulti della parrocchia di Arona. Utilizzando i mezzi a disposizione, come il sito dell’Oratorio e i social network, le proposte “ordinarie” hanno cambiato forma: il cammino di Quaresima per i bambini del catechismo è diventato un percorso on line con video e attività, gli incontri dei gruppi giovanili un diario quotidiano per immagini su Telegram, le riunioni degli animatori sono incontri su Skype. Questo tempo è stata anche l’occasione per far nascere una proposta per i giovani adulti: un incontro settimanale di meditazione sulla Parola, da vivere attraverso un gruppo di Facebook, e che specialmente le giovani famiglie vorrebbero che continuasse anche dopo l’emergenza sanitaria. «Fondamentale è stato l’aiuto degli animatori dell’oratorio, che anche in questa situazione si sono messi a servizio dei più piccoli, attraverso video e attenzioni quotidiane», prosegue De Marco. A fare la differenza è, dunque, la dimensione delle relazioni. «Siamo messi alla prova anche nel cercare di essere “vicini” alle persone: che per me, e anche per gli animatori dell’oratorio significa essere presenti anche solo con un messaggio, una telefonata, una foto condivisa o con una proposta che ha il sapore di quella quotidianità che ci manca, per far capire che non siamo soli e che anche quando questo periodo finirà ci saremo». 

Qui l’intervista a padre Marco Canali, parroco di Santa Rita a Novara

Qui l’intervista a don Ezio Caretti e don Marco Barontini, parroci di Borgosesia e Scopello, Mollia e Campertogno

Qui l’intervista a don Angelo Nigro e don Roberto Sogni parroci di Ghiffa e Ornavasso

Qui l’intervista a don Piero Cerutti, parroco di San Bartolomeo e San Marco  a Borgomanero

Qui l’intervista a don Nicola Salsa, coadiutore ad Omegna

Qui l’intervista a don Gabriele Vitiello,coadiutore di Bellinzago Novarese

Sara Sturmhoevel: