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Brambilla a San Gaudenzio: curare la spiritualità per guarire dalle «febbri» dell’oggi

«Le dipendenze da alcool e da droghe, la schiavitù dal gioco d’azzardo e da videogiochi, forme di depressione e alti livelli di dispersione scolastica, la condizione del pianeta Neet, persone che non studiano, non lavorano né sono impegnate in percorsi di tirocinio, gli episodi di cyberbullismo nella scuola, la piaga dei femminicidi e della violenza sui minori, le situazioni di disagio della famiglia, il drammatico fenomeno dei suicidi». E’ stata una riflessione attenta e preoccupata sulle «febbri» dell’oggi, le «malattie dello spirito» della società: l’ha fatta il oggi in Basilica il vescovo Franco Giulio nel suo Discorso alla Città, omelia della messa solenne per san Gaudenzio, il patrono della città e della diocesi di Novara.

A partire dalla meditazione su tre delle cinque scene della giornata inaugurale del Vangelo di Marco, il vescovo ha condotto un itinerario che a partire dall’analisi della situazione della famiglia oggi ha allargato lo sguardo alla città ed infine si è soffermato sulla dimensione spirituale.

« Le famiglie, attonite, cercano qualcuno che dia loro una mano nella formazione dei figli», ha detto Brambilla,  invitando le comunità cristiane a entrare «nelle case e nelle famiglie» a stare «stiamo accanto ai genitori. Diciamo loro che bisogna dare ai figli meno cose e più presenza, più stimoli, incentivi, sostegni, sogni e speranze». Una sottolineatura sull’urgenza dell’essere accanto ai giovani che è stata accompagnata dal ringraziamento a insegnanti ed educatori e che si è allargata al ricordo delle tante forze positive, a partire dal volontariato, che abitano la Città.

Con una conclusione che apre alla Speranza e che ha ripreso la terza delle tre scene del Vangelo: quella di Gesù che dopo essersi completamente dedicato alla folla, si apparta coi discepoli “altorve”. «Egli è venuto per indicarci questo “altrove”, che va oltre il benessere che ci sta tutti narcotizzando. È l’altrove che si trova nel bene di quella Parola che sola dà senso al nostro desiderio: il desiderio di amore, di stima, di attenzione, di prossimità, di amicizia, di compassione, di perdono, di accoglienza, di fiducia, di ripresa, di vita nuova, di speranza!»

Su diocesinovara.it il testo integrale dell’omelia

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Andrea Gilardoni: