Professore delle medie adescava ragazzine sui social: arrestato

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Un professore di scuola media del Novarese è stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile di Novara per atti sessuali con minore, adescamento di minori sui social e detenzione e produzione di materiale pedopornografico.

L’arresto si è registrato la scorsa settimana e riguarda una vicenda molto delicata, dal momento che riguarda alcune ragazze minori. 

L’uomo, come riferito questa mattina, mercoledì 23 ottobre in Questura a Novara, nel corso di una conferenza stampa, utilizzava con grande facilità i social network e, qui, presentandosi come agente assicurativo e raccontando di non avere più di 22-23 anni (età ben inferiore a quella reale), contattava ragazze minorenni, chiedendo loro di fornirgli materiale pedopornografico. Il docente, di cui per l’estrema delicatezza della vicenda non sono state fornite le generalità, «tramite l’utilizzo dei maggiori social-network, entrava in contatto con alcuni profili di ragazze minorenni e, con identità fasulle, le adescava, carpendone la fiducia con lusinghe e apprezzamenti, scambiando con loro materiale pornografico». Le indagini, condotte dagli investigatori e coordinate dalla Procura dei Minori di Torino, hanno fatto emergere gravi fatti, che vedevano coinvolto l’insegnante. Il professore, anche in virtù della capacità di entrare in empatia con le giovani, dopo essersi informato della loro età, si faceva inviare delle fotografie dal contenuto pornografico, facendo delle proposte esplicitamente sessuali. In un caso è riuscito a indurre una ragazzina di età inferiore ai 16 anni ad avere un rapporto sessuale. «Il materiale pedopornografico – ha riferito la dirigente della Squadra Mobile, Valeria Dulbecco (nella foto insieme al responsabile delle Volanti, Marco Nottebella) – veniva poi scambiato attraverso siti specializzati: questa è una parte dell’indagine che è attualmente ancora in corso».

L’indagine era partita poco meno di un anno fa dai genitori di una ragazzina che erano riusciti a intervenire prima che anche la figlia finisse nella trappola creata dal docente.

La Polizia di Stato sottolinea l’importanza di controllare con attenzione, da parte dei genitori, quanto fanno i propri figli in rete, sui social, realtà che nascondono numerosi pericoli e insidie. «Il controllo della cronologia delle ricerche, la verifica delle conversazioni sul telefono e sui vari gruppi ai quali i minori accedono, installare il cosidetto parent controli sulla navigazione del web, sono alcune regole utili e che andrebbero applicate per evitare che i ragazzi possano incorrere in pericoli».