Neonati a rischio, nuovo apparecchio salva vita

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Importante donazione, da parte della Fondazione “Opera Pia Eletto Lualdi”, al Reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’azienda ospedaliero universitaria di Novara. L’apparecchiatura, un monitor cerebro-funzionale di ultima generazione, permette il controllo strumentale non invasivo delle funzioni cerebrali dei neonati critici che hanno avuto un parto travagliato e, in caso di sofferenza asfittica, eseguire precocemente il trattamento ipotermico. «Nel nostro Reparto – spiega Federica Ferrero, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale del Maggiore – vengono ricoverati, ogni anno, più di 20 neonati che presentano questi gravi problemi alla nascita. L’incidenza di asfissia grave intrapartum è di 1-2 casi ogni mille nati l’anno e costituisce una delle cause maggiori di paralisi cerebrale infantile. I gradi più lievi di sofferenza neonatale riguardano invece circa 10 neonati su mille». Alla Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale del Maggiore, lo ricordiamo, afferiscono non solo i neonati patologici o prematuri del comprensorio novarese ma anche quelli delle province di Vercelli, Biella e del VCO che necessitano di cure rianimatorie intensive. «L’apparecchiatura – prosegue la dottoressa Ferrero – permette al neonatologo che ha assistito al parto di valutare, immediatamente dopo la nascita, l’ossigenazione del cervello e stabilire se e in quale misura i piccoli pazienti hanno risentito della mancata perfusione al tessuto cerebrale oltreché determinare se sono presenti convulsioni non rilevabili clinicamente. Una sorta di “finestra aperta sul cervello” che permette di avviare, con la massima tempestività e comunque entro le 6 ore dalla nascita, le terapie idonee volte a evitare o ridurre i danni cerebrali conseguenti alla mancata ossigenazione». La donazione, del valore di circa 30 mila euro, rispetta pienamente le finalità istitutive della Fondazione e le volontà testamentarie del suo benefattore, cav. Eletto Lual di. Come ha ricordato l’attuale presidente, Enrico Brustia «la volontà del testatore era di alleviare le sofferenze all’infanzia. A tal fine Lualdi ha affidato a un Consiglio, formato da rappresentanti degli Ordini Professionali di Avvocati, Ingegneri, Medici, Notai e Commercialisti l’amministrazione del cospicuo patrimonio accumulato in vita. A distanza di oltre novant’anni i proventi, derivanti dalle tenute agricole amministrate, permettono alla Fondazione Lualdi di erogare annualmente contributi e donazioni e il finanziamento del Sistema di monitoraggio delle funzioni cerebrali dei neonati non è che l’ultimo esempio».

Michela Chioso