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Calendario serie C: per il Novara calcio esordio con la Juventus Under 23. Seconda subito a Monza

Il Novara calcio esordirà nel prossimo campionato di serie C nel girone A il prossimo 25 agosto contro il Juventus Under 23. Seconda giornata subito fuori casa con il favorito Monza. Terza giornata ci sarà poi Novara-Lecco. Pontedera alla quarta il 15 settembre, quinta in casa con la Pergolettese, sesta giornata derby a Gozzano il 25 settembre. Settima giornata in casa con l’Albinoleffe, ottavo match l’atteso derby sempre in casa con la Pro Vercelli il 6 ottobre; poi fuori casa con la Giana Erminio, decima in casa con la Carrarese, undicesima a Renate il 23 ottobre. Dodicesima in casa con la Pistoiese poi ad Alessandria il 3 novembre, Quattordicesima in casa con il Como, quindicesima a Olbia poi Arezzo, Pianese in casa. Diciottesima giornata a Busto con la Pro Patria  e ultima in casa con il Siena.

Ricordiamo che il girone è formato da 20 squadre, Novara, Pro Vercelli, Alessandria, Juventus Under 23, Gozzano per il Piemonte, Monza, Renate, Albinoleffe, Giana Erminio, Pergolettese, Como, Lecco, Pro Patria per la Lombardia, Siena, Arezzo, Carrarese, Pianese, Pistoiese, Pontedera per la Toscana e Olbia per la Sardegna.

Il sorteggio del calendario è avvenuto questa sera, con diretta su Rai Sport presso il Salone d’Onore del Coni di Roma. Presente il presidente della C Francesco Ghirelli  ma anche il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente della Figc Gabriele Gravina.

«Felice che il presidente Ghirelli abbia voluto portare i calendari della serie C qui al Coni» ha detto Malagò.

«Siamo la terza divisione abbiamo bisogno di mettere al centro le regole. Questo comporta anche punti dolorosi ma questo è il calcio. Bisogna essere certi che la partita si giochi nel rettangolo di gioco» ha spiegato il presidente della C Ghirelli.

«L’inizio di una nuova stagione che parte con questo atto ufficiale. Un momento in cui si concentrano le speranze e i sogni delle 60 società – ha affermato Gravina -. Un cantiere aperto, c’è molto da lavorare».

 

Marco Cito: