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Vedere i colori attraverso un profumo, progetto di Omar e Acme vince negli Usa su 2mila partecipanti

Importante riconoscimento, a Phoenix, in Arizona, per l’Istituto tecnico industriale Omar di Novara. La scuola diretta da Francesco Ticozzi, che in questi giorni ha dato il via a una serie di eventi per i suoi primi 125 anni di storia, ha vinto su 2mila progetti e 80 nazioni l’Isef Intel 2019, un premio dedicato alle scienze.

L’Omar ha vinto grazie al progetto dei colori per ciechi, un progetto nato dalla sinergia con l’Acme, l’Accademia di Belle Arti di Novara e con il professor Alfredo Ghidelli, un lavoro che ha visto l’impegno di tre studentesse dell’Omar, coordinate dall’insegnante di chimica, professor Celestino Fontaneto.

L’Isef Intel ha premiato le studentesse Margherita Tarocco, Manuela Ficco e Linda Grainca, per il progetto “Colors in the dark”, “Colori al buio”. Le ragazze hanno realizzato colori, ideati con scarti vegetali, ma anche con altri materiali, in gel atossico, per bambini e adulti non vedenti. Colori profumati, in modo che il bambino, aprendo i barattoli, potrà associare un profumo al colore corrispondente, ad esempio il profumo di limone al giallo.

Un progetto collegato a una tesi di laurea innovativa di una studentessa dell’Acme di Novara, un’idea che consente di ‘vedere’ oggetti e quant’altro attraverso il profumo dei colori. La laurea, come già scritto su L’Azione qualche mese fa, è di Sara Agostinetto, giovane neo-laureata in Graphic design e Art Direction dell’Acme, un progetto nato da un’idea del docente Ghidelli. Le tre giovani studentesse dell’Omar si sono occupate di realizzare i colori adatti e assolutamente non tossici. Al progetto, che è registrato con Brevetto d’utilità, ha collaborato anche la Cooperativa Prisma, che ha creato una valigetta, con all’interno un set di colori e tavole in carta di cotone in impressione a secco con la favola di Cappuccetto Rosso (semplificata dalla giovane neo-laureata Acme, Agostinetto), favola stampata alla Stamperia Legatoria Artistica “Sotto Torchio”, e pennelli.

Monica Curino: