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Imprenditoria femminile, nel novarese avviate oltre 500 imprese nel 2018

Sono 6.827, rappresentano il 22,5% delle imprese registrate in provincia di Novara, operano in primis nel commercio e nei servizi alla persona, sono guidate nel 13,2% dei casi da under35 e nell’11,3% da donne straniere: è questo il ritratto delle imprese femminili provinciali che emerge dai dati relativi all’anno 2018.

Nel periodo in esame, in particolare, le imprenditrici novaresi hanno avviato 507 attività, a fronte di 543 chiusure (al netto delle cancellazioni d’ufficio), con un conseguente saldo negativo che si è tradotto in tasso di crescita del -0,5%, a fronte di una sostanziale stabilità dell’intero tessuto produttivo provinciale. La performance delle imprese a conduzione femminile esprime, tuttavia, una maggiore dinamicità sia rispetto al tasso di natalità (7,4% contro il 6% del totale delle imprese) sia a quello di mortalità (7,9% contro il 6,2%).

Il risultato novarese risulta allineato ai dati delle altre province piemontesi, tutti all’insegna del segno meno, mentre a livello nazionale l’imprenditoria femminile registra un incremento del +0,7%.

«Nel corso del 2018 l’andamento demografico delle imprese femminili ha registrato un rallentamento a livello generale – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Il dato nazionale, pur positivo, risulta infatti meno favorevole di quello dell’annualità precedente, quando aveva raggiunto il +1%, e nella nostra provincia, in particolare, le imprese guidate da donne riscontrano una lieve flessione, a fronte del +0,8% messo a segno nel 2017. Si tratta di un risultato sintomatico della diffusa difficoltà a fare impresa, confermato da una diminuzione del tasso di natalità che per le realtà femminili rimane comunque più elevato della media provinciale». 

Anna Ida Russo, presidente del Comitato provinciale per la promozione dell’imprenditoria femminile, aggiunge: «Fare impresa non è semplice e al femminile ancor di più: se è vero che le tecnologie offrono nuove opportunità lavorative e maggiore flessibilità nel conciliare i tempi di vita e lavoro, dall’altro permangono ancora numerosi ostacoli, anche culturali, che impediscono un’efficace valorizzazione del contributo femminile al sistema produttivo. Non a caso il Global Gender Gap report 2018 pubblicato dal World Economic Forum vede l’Italia posizionarsi al 70° posto nella classifica di 149 Paesi e scendere ben al 118° in riferimento all’indicatore che misura opportunità e partecipazione alla vita economica».

Sotto il profilo settoriale, le imprese “rosa” novaresi si concentrano prevalentemente nel terziario, collocandosi, in ordine di numerosità, nel comparto del commercio (in cui il 26% delle imprese provinciali risulta femminile), in quello delle altre attività di servizi (incluse parrucchiere e lavanderie), che presenta una significativa specializzazione, con un peso delle imprese guidate da donne pari al 60% di quelle totali. Seguono l’alloggio e ristorazione, dove in un caso su tre c’è una donna al comando, le manifatture, le attività immobiliari e l’agricoltura.

 

Per quanto riguarda le dinamiche annuali, a evidenziare una variazione positiva dello stock è il comparto dell’alloggio e ristorazione (+1,8%); stabile il dato delle altre attività di servizi, mentre appaiono in flessione commercio (-2,7%), agricoltura (-1,7%), attività immobiliari (-1,2%) e attività manifatturiere (-0,8%).

 

Dall’analisi per forma giuridica emergono dinamiche particolarmente favorevoli per le società di capitali, cresciute del +4,1% rispetto al 2017 e giunte ad incidere per il 19,3% sul totale delle imprese femminili (erano il 18,1% l’anno precedente).

Nella maggior parte dei casi le imprenditrici prediligono organizzare la propria attività sotto forma di ditta individuale, scelta in oltre il 65% dei casi (a fronte di una frequenza del 55,4% relativa alle imprese novaresi nel complesso). Una scelta favorita dalla minor onerosità di avvio di questa forma giuridica, che in effetti evidenzia un tasso di natalità più alto rispetto alle altre, raggiungendo l’8,2%, ma che, nel contempo, appare esposta a un più rapido turnover, confermato da una mortalità altrettanto elevata, con un tasso che si attesta a ben il 9,7%.

Arretrano anche le società di persone (-1,7%), che rappresentano il 13,1% delle imprese femminili provinciali, mentre risulta moderatamente positiva la performance delle altre forme giuridiche (+0,7%), che includono cooperative e consorzi, il cui peso è pari al 2,2% delle imprese guidate da donne.

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