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Locanda d’Agosto, sabato primo settembre cena con le autorità. Gli ospiti equamente divisi tra italiani e stranieri

Myroslava ha 53 anni, è ucraina e da tre anni è a Novara. Lavora come badante e donna delle pulizie. «Il lavoro non è molto e così capita di vivere giorni e settimane nell’incertezza» racconta la donna, uno dei 154 ospiti stranieri iscritti (gli altri 154, la metà esatta, sono italiani), che quest’anno ha usufruito della Locanda d’Agosto, la mensa per i poveri allestita dalla Caritas diocesana e ospitata per il secondo anno al Centro sociale Le Grandi Volte di via Tornielli. Trentuno le nazionalità rappresentate ai tavoli, due in più del 2017. La serata con più presenze, a dati non definitivi, è quella del 28 agosto con 170 ospiti; 142 la media degli utenti sulle 5 settimane di servizio (la Locanda ha aperto il 30 luglio e chiude il 2 settembre). «Frequento la mensa dallo scorso anno – racconta Myra – quando ci sono stata tre volte. Poi ho trovato lavoro e non sono più passata, perché potevo permettermi un pasto. Quest’anno  ho perso il lavoro e così da tre settimane ceno qui. Mi trovo bene. I volontari ci hanno accolto come amici».
Ed è proprio l’aspetto della relazione quello cui ha puntato subito don Giorgio Borroni, direttore Caritas diocesana. «Volevamo creare una mensa – dice – che mettesse al centro l’aspetto relazionale della cena e ci siamo riusciti. Abbiamo creato vicinanza».
Sabato Primo settembre è in programma la cena con le autorità cittadine. «Una serata nel
segno di Ruben, senzatetto morto assiderato cui è stato dedicato il ristorante solidale aperto da Ernesto Pellegrini a Milano. La nostra mensa ricalca lo stile di quest’esperienza milanese. Domenica, chiusura della mensa, ci sarà un altro momento di festa, con la presenza di un gruppo musicale».

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Monica Curino: