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«Me ne vo»: aveva scelto solo tre monosillabi per salutare la parrocchia e congedarsi dalla comunità don Claudio Casaccia, lo scorso 23 gennaio nella messa per i suoi 88 anni, l’ultima al Sacro Cuore prima del ritiro alla casa di riposo Divina Provvidenza. Un saluto  quasi in punta di piedi ma che nasconde grande forza di volontà, che dice molto del sacerdote scomparso nella mattina di oggi, lunedì 25 giugno e i cui funerali si 27 giugno alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, preceduta dalla recita del rosario martedì 26 alle ore 20.45.

A darne l’annuncio con una lettera alla diocesi è il vicario per il clero e la vita consacrata don Gianluigi Cerutti. «Di questo nostro confratello  – scrive – ricordiamo con gratitudine e affetto la fedeltà e la generosità, l’intelligenza e la cultura, la precisione, l’acutezza e l’ironia. L’ultimo periodo della sua esistenza terrena è stato segnato dalla prova della sofferenza fisica, sempre portata con grande dignità e spirito di fede. Anche così don Claudio è stato purificato, come l’oro nel crogiuolo, divenendo partecipe del mistero della Passione di Cristo e configurato alla sua morte e risurrezione. Al Signore glorioso, per l’intercessione della Vergine Maria, lo affidiamo con la nostra fraterna preghiera».

Nato a Lessona (Biella) – dove sarà anche sepolto –  il 23 gennaio 1930, don Claudio è stato ordinato prete il 21 febbraio 1959 a Novara, da Mons. Gilla Vincenzo Gremigni. Aveva conseguito la laurea in lettere classiche. Dal 1959 al 1962 è stato parroco di Cisore. Dal 1961 al 1975 insegnante nel seminario di Arona e negli anni successivi, fino al 1982, nel seminario di Novara. Dal 1981 al 2006 è stato anche parroco di Santa Eufemia a Novara. Da quell’anno poi, era stato trasferito al Sacro Cuore, a coadiuvare l’allora parroco don Dino Bottino e poi il suo successore don Tiziano Righetto. «In questa parrocchia don Claudio è ricordato con intensa gratitudine per il prezioso ministero liturgico, per la predicazione, per la costante disponibilità al confessionale, per l’accompagnamento personale delle persone, per l’accoglienza nell’ufficio parrocchiale», sottolinea don Cerutti.

Era alla Divina Provvidenza da inizio febbraio del 2018 a causa del peggiorare della sua salute. «Don Claudio è stato accompagnato con affetto e cura dai confratelli presbiteri e dal diacono, anche con l’aiuto di un badante, nel contesto familiare della comunità del Sacro Cuore. Siamo grati anche alla direzione, al personale, alle suore e ai volontari della Pia Casa della Divina Provvidenza per l’accompagnamento più impegnativo e sofferto dell’ultimo periodo», conclude il vicario episcopale.