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Gorgonzola e vino novaresi, c’è il rischio Brexit

La Brexit preoccupa il comparto agricolo del novarese. Questo emerge da una nota diffusa da Coldiretti secondo la quale Gorgonzola e vino potrebbero pagare duramente l’uscita del Regno Unito dall’Unione. Secondo quanto si apprende, in particolare, l’export del Gorgonzola, ha superato lo scorso anno le 20.000 tonnellate complessive, con l’Inghilterra terzo acquirente europeo. Lo scorso anno, vi è stata altresì una crescita del 5,1%, che ha stabilizzato l’export di Gorgonzola verso Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord ben oltre le 1.000 tonnellate. Non solo: il mercato britannico, soprattutto negli ultimi anni, ha visto una crescita costante per i vini prodotti nel Nord Piemonte, in primis i Nebbioli: una richiesta che si concentra, in particolare, sulle etichette di alta gamma come Ghemme, Gattinara, Sizzano, Boca e Fara, ma anche dei rossi ossolani, e che contribuisce a rafforzare l’immagine del ‘made in Novara-Vco’ in un mercato strategico e blasonato.

«Il rischio – commenta Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco – è che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane e che l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti, diffusa già in vari supermercati britannici, bocci ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy. Una tipologia di etichettatura del tutto fuorviante ed incompleta che rischia di escludere dalla dieta anche alimenti sani tra cui il nostro Gorgonzola».

Fabrizio Frattini: