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Soroptimist Valsesia, inaugurata la “Stanza protetta”

Giovedì 30 maggio, presso la caserma dei Carabinieri di Borgosesia, il Soroptimist Valsesia ha inaugurato la “Stanza protetta“, uno spazio adeguatamente arredato, un luogo accogliente per accogliere le donne che denunciano le violenze subite, magari accompagnate dai figli, per non far vivere questa esperienza in modo troppo traumatico.

L’iniziativa, di alto valore sociale, rappresenta la concretizzazione locale del Progetto Nazionale, 2015-2017 Diritti Umani – Diritti dei Minori, fatto proprio dall’Unione Italiana del Soroptimist International, stipulando un Protocollo d’Intesa con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

All’inaugurazione, oltre alle numerose socie del Soroptimist Valsesia, erano presenti il Prefetto, Dottor Michele Tortora, il Vice Comandante Provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonnello Fabio Langhi, il Capitano della caserma di Borgosesia, Mario Barisonzi, il Comandante della Stazione di Borgosesia, Maresciallo Antonio Marino, il Comandante della stazione di Serravalle, Maresciallo Emiliano Saccoman, il Comandante dei Vigili Urbani di Borgosesia, Siro Erbetta, il Sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, il Sindaco di Quarona, Sergio Svizzero, il Sindaco di Varallo Eraldo Botta, la Past President Soroptimist, Leila Picco, la Vice Presidente Nazionale Adriana Macchi, il Dirigente Scolastico Enzo Portalupi, il Presidente del Lions Club Valsesia, Sergio Caneparo, il Presidente del Rotary Club Valsesia, Roberto Viazzo, la responsabile dei Servizi Socio-Assistenziali della Comunità Montana Valsesia, Renata Antonini.

Daniela Campra, Presidente Soroptimist Valsesia, ha ringraziato tutti i presenti ricordando che a questo progetto aveva cominciato a lavorare sin dall’inizio del suo mandato, perché quella della violenza sulle donne e sui minori era una realtà che purtroppo conosceva bene professionalmente: “Sono felice che siamo il 112° club che realizza la “stanza protetta” e ringrazio il Comandante Generale dell’Arma, Tenente Colonnello Ronchey e tutto il personale della caserma di Borgosesia, che da subito ci ha aperto le porte, facendoci sentire a casa, aiutandoci in tutto, con grande disponibilità. Vorrei che questa stanza non venisse mai utilizzata, ma purtroppo so che anche in Valsesia i casi di violenza sulle donne sono numerosi e quindi questo è il primo passo nei confronti delle donne che trovano il coraggio di denunciare la violenza, creando uno spazio per accoglierle, ma adatto anche per ospitare minori, che spesso vedono o vivono la violenza”.

Il Prefetto, dopo aver dichiarato il proprio apprezzamento per l’operato dei Club di servizio del territorio, ha ricordato che: “Purtroppo questo tipo di reato fa fatica a scendere nelle nostre statistiche, anche se l’approvazione della legge sullo stalking è stata un’arma in più per combattere la violenza contro le donne, ma bisogna ancora lavorare molto sulla prevenzione”. Questa, per il Tenente Colonnello Fabio Langhi, è la seconda felice collaborazione con il Soroptimist, che conferma l’importanza di avere una stanza specifica in caserma ed un kit valigetta per andare a domicilio: “Il cortometraggio visionabile su You Tube: Piccole cose di valore non quantificabile, scritto e diretto da Paolo Genovese e Luca Miniero, è un ausilio in più, per capire quanto la violenza domestica sia insidiosa e vissuta con grande angoscia da parte delle vittime”.

E’ poi intervenuta Leila Picco, Past President nazionale del Soroptimist, l’artefice del progetto, nato a Torino nel 2014 dal Soroptimist locale, che, interagendo con la caserma Mirafiori, aveva realizzato la prima stanza, poi il progetto era stato portato a livello nazionale ed era stato stipulato un protocollo con il comando generale dell’Arma: “Le donne che denunciano la violenza sono solo il 10% di quelle che la subiscono: ma la presenza della stanza ha visto raddoppiare le denunce. Oggi a richiederci la stanza sono anche le Questure, cercheremo di fare il possibile”. Leila Picco ha sottolineato la necessità per le donne di poter denunciare parlando con persone preparate: “Il Capitano Francesca Laurìa ogni anno tiene corsi specifici di formazione su questo argomento a più di trecento carabinieri, quindi il progetto continua e si rafforza, ed è stato stipulato un protocollo in cui si individua la comune tipologia di arredo da adottare per le stanze protette, studiata per essere la più adatta possibile per questi casi delicati. Nella dotazione della stanza è compreso anche un computer portatile per andare ad accogliere le denunce fuori dalla caserma, dotato di un sistema di videoregistrazione, approvato dall’Arma dei Carabinieri, che consente a coloro che devono valutare la denuncia di poter analizzare anche il linguaggio del corpo”.

Don Ezio Caretti, parroco di Borgosesia, ha benedetto la stanza, augurandosi che sia possibile anticipare la violenza attraverso la prevenzione e che la preghiera accompagni sempre chi vive questi momenti difficili e aiuti queste persone a riprendersi la vita.

La nuova stanza è l’ennesima concreta dimostrazione di fattiva collaborazione tra le istituzioni ed il Soroptimist.

Redazione: