Borgomanero – Monsignor Franco Giulio Brambilla ha inaugurato l’Emporio Borgosolidale.

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Inaugurazione
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Nel tardo pomeriggio di venerdì 11 maggio, monsignor Franco Giulio Brambilla ha inaugurato l’Emporio Borgosolidale aperto in parte del piano terreno (ex sala d’aspetto e biglietteria) e del primo piano della stazione ferroviaria di Borgomanero, inutilizzata da quando le linee sono regolate in modo centralizzato a Torino.

L’Emporio e nato da un’iniziativa del Comune e della Parrocchia di Borgomanero ed ha lo scopo di concentrare in un solo punto  le attività a favore delle famiglie bisognose finora svolte autonomamente da Caritas, Auser e Croce Rossa Italiana.

La muova organizzazione migliora l’efficienza dell’attività stessa e l’efficacia della consegna: non più borse contenenti prodotti standard (con cibi che talvolta vengono buttati), ma distribuzione di quanto veramente necessari alla famiglia. I prodotti saranno resi disponibili sugli scaffali.

L’introduzione da parte di Franco Cerutti, assessore alle Politiche sociali, quindi la presentazione del sindaco Sergio Bossi, cui sono seguiti gli interventi di Cesare Ponti presidente della Fondazione comunità del novarese, di don Piero Cerutti, prevosto, e del Vescovo: «Questo è frutto di attività di volontariato che si realizza attraverso un collante che è la città, il Borgo, come dice denominazione dell’Emporio».

Un invito ad educare i richiedenti in modo che «Il gratuito non sia inteso come gratuitamente, ma come mezzo per superare le difficoltà».

Oltre a Comune e Parrocchia, nel progetto sono impegnati Auser e Croce rossa (comitato di Borgomanero), Ciss, Rete Nondisolopane, associazione Compagni di volo, cooperativa sociale Elios e vi è il contributo dell’Interclub composto da Rotary Borgomanero – Arona, Lions club Borgomanero host, Lions Club Borgomanero Cusio, Soroptimist alto novarese e Kiwanis Club Borgomanero. Determinante l’intervento della Fondazione comunità del Novarese (il suo finanziamento è stato di 30 mila euro) e del contributo “8xmille” deciso dalla Diocesi. Ci sono poi stati e continuano ad esserci contributi in denaro e poi vi è il lavoro di volontari, senza dei quali non ci sarebbe nemmeno l’Emporio.