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Tentata estorsione: finito in manette 29enne alla stazione di Novara

Un 29enne tunisino, A.T. le sue iniziali, è finito in manette per tentata estorsione. L’episodio si è registrato nella zona della stazione. A fermarlo, la Polizia ferroviaria.
In base alle accuse contestate al giovane, A.T. avrebbe minacciato un coetaneo. Prima gli avrebbe sottratto il telefonino cellulare dalla tasca del giubbotto e successivamente, per restituirglielo, gli avrebbe chiesto il versamento di un centinaio di euro.
La vicenda parte dalla denuncia di un giovane appena maggiorenne, che si reca alla Polfer a denunciare il furto del proprio telefonino, del valore di 1000 euro, acquistato da pochi giorni, furto avvenuto il giorno prima. Il ragazzo fornisce anche altri elementi utili alla ricostruzione dell’episodio e aggiunge di essere riuscito a contattare telefonicamente l’autore del furto e di aver tentato inutilmente di riavere il telefono. Da qui la decisione di recarsi alla Polfer.
Gli agenti hanno avviato subito le indagini, chiedendo di essere informati appena l’autore si fosse rifatto vivo, scoraggiando qualunque iniziativa personale che sarebbe stata comunque a rischio. Quando chi aveva con sé il cellulare sottratto chiama, chiede la cifra di 100 euro per restituirlo e concorda alla stazione lo scambio il giorno seguente.
Ed ecco che, appena fuori dalla stazione, intervengono gli agenti della Polfer di Novara, sia in abiti civili sia in uniforme, che intercettano il giovane straniero, che appare in sella a una bicicletta e che avvicina la vittima in maniera aggressiva e insiste nel chiedere i 100 euro per la restituzione del telefonino. In caso contrario, lo minaccia, non glielo avrebbe reso. Il tono di voce era così alto che gli agenti della Polfer hanno distintamente sentito le espressioni di minaccia e hanno così deciso di intervenire subito per interrompere l’azione. Quello che non poteva immaginare il 29enne era che gli agenti della Polfer avessero bloccato entrambe le direzioni della via, agenti in borghese alle spalle e agenti in divisa avanti, ogni via di fuga gli era stata chiusa e così l’uomo veniva fermato con la refurtiva ancora in tasca. Vittima e colpevole sono stati così portati negli uffici della Polfer, dove è stato redatto verbale di integrazione alla denuncia di furto del giorno prima e il telefono restituito al proprietario.
Lo straniero, che era privo di qualsiasi documento, è stato identificato a mezzo dell’attrezzatura per il rilevamento dattiloscopico in dotazione alla Polizia ferroviaria, ed è risultato un 29enne tunisino, senza fissa dimora e attività lavorativa, irregolare sul territorio nazionale e con numerosi precedenti, tra cui lesioni personali aggravate e minacce; le circostanze poi in cui si è svolta la vicenda hanno imposto l’adozione per lui di una misura restrittiva, ovvero l’arresto per tentata estorsione, oltre che il deferimento all’autorità giudiziaria per il furto.
L’altra mattina, in carcere a Novara, l’arresto dell’uomo è stato convalidato. A.T., assistito dall’avvocato Pamela Ranghino, è stato scarcerato con l’obbligo di dimora a Novara e di firma quotidiana. Assistito dal suo difensore, durante l’interrogatorio, ha fornito la sua versione dei fatti.

Monica Curino: