Un momento delle ordinazioni diaconali dei cinque diaconi con mons. Franco Giulio Brambilla
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Festa in diocesi e nelle parrocchie di origine dei cinque seminaristi del San Gaudenzio che oggi in cattedrale il vescovo Franco Giulio Brambilla ha ordinato diaconi: Giacomo Bovio,  Gianluca Brusatore, Alessandro Clementi, Daniel Corrias e Gabriele Tibaldi.

Giacomo Bovio, il più giovane dei diaconi con i suoi 25 anni, dopo aver frequentato le scuole superiori, ha subito maturato la scelta di entrare in seminario, una fede che è germinata nella grande e viva realtà dell’oratorio di Bellinzago Novarese, nella parrocchia di S. Clemente.

Dalla parrocchia della Madonna Pellegrina a Novara, dopo una laurea in relazioni pubbliche e un’attività lavorativa all’Istituto Europeo di Design, Gianluca Brusatore, oggi quarantatreenne, ha iniziato una riscoperta della fede a partire da un’intensa esperienza vissuta a Medjugorje, che lo ha segnato nel profondo e ha plasmato la sua spiritualità.

Altra vocazione adulta è quella di Alessandro Clementi, cinquantunenne e originario della parrocchia di S. Michele Arcangelo in Cameri: anche lui, dopo un’intensa attività lavorativa nel settore industriale, ha vissuto un’esperienza di pienezza e di senso che si è nutrita del periodico confronto con un sacerdote, e che lo ha portarlo alla scelta di donare la vita per Cristo.

Arriva dalla parrocchia dei Ss. Vincenzo e Anastasio in Pieve Vergonte, invece, Daniel Corrias. Daniel ha ventisette anni e ha maturato la sua vocazione all’interno della sua comunità, dopo una breve esperienza lavorativa subito dopo le scuole superiori che lo ha portato a maturare la consapevolezza che il Signore lo chiamava a una vita dedicata a Lui.

Il quinto dei diaconi, Gabriele Tibaldi, è originario della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo in Galliate, e ha oggi ventotto anni. Anche la sua vocazione è maturata all’interno del contesto parrocchiale dopo che, a seguito delle scuole superiori, ha continuato gli studi presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino per poi compiere il passo per l’ingresso in seminario.

«Oggi – detto il vescovo rivolgendosi agli ordinandi – ricevete il primo grado dell’ordine, il diaconato, che si caratterizza per il servizio alla comunità». Ma il centro di questo ultimo grande passo verso il sacerdozio, per il vescovo, dovrà restare come cuore che caratterizzerà anche «il vostro presbiterato. Preti o vescovi che “presiedono”, ma non fanno del servizio, alla Parola e alla carità, il fulcro della loro vocazione, vivranno un ministero in maniera incompleta».