Al “Maggiore” di Novara una donazione per la ricerca nel tumore del pancreas

0
[bsa_pro_ad_space id=2]

Il settore di Genetica della struttura complessa di “Biochimica clinica” dell’Aou Maggiore della Carità di Novara beneficerà di un’importante donazione a sostegno delle attività di ricerca sulle mutazioni nel profilo genico-molecolare nel tumore del pancreas. Cinque mila euro che Avanguardia gastroenterologica, destinerà alla struttura intitolando l’elargizione alla memoria del giornalista novarese Paolo Viviani.

«Nel 2018, in Italia, sono stati stimati 13.300 nuovi casi dato che fa del tumore al pancreas la quarta causa di morte per cancro con un trend in aumento – puntualizza Pietro Occhipinti, direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia del Maggiore –. Di fatto l’adenocarcinoma pancreatico, con una sopravvivenza a 5 anni pari all’8.1%, è uno dei tumori più aggressivi. I sintomi sono purtroppo tardivi e poco specifici per cui la diagnosi viene spesso fatta quando la malattia non è più trattabile chirurgicamente e quindi curabile».

Come spiega la prof.ssa Mara Giordano, responsabile del laboratorio di Genetica «le mutazioni nel DNA possono determinare suscettibilità a diversi tumori ed essere presenti nei familiari dei pazienti anche asintomatici. Anche per il tumore del pancreas sono state evidenziate mutazioni genetiche che aumentano il rischio di insorgenza della malattia nei soggetti portatori di tali mutazioni. I test genetici vengono proposti a sottogruppi estremamente selezionati di pazienti a rischio come chi ha più di tre membri della famiglia con tumore del pancreas o a portatori di rare sindromi neoplastiche ereditarie».

«Con questa donazione – prosegue Occhipinti – andremo a finanziare un progetto di ricerca che valuti le mutazioni del DNA mediante sequenziamento di nuova generazione (NGS) in sottogruppi più estesi di pazienti. Sarà valutato anche chi ha solo un familiare con tumore del pancreas, in modo da proporre agli eventuali portatori di tali mutazioni programmi più intensivi di screening con conseguente possibilità di diagnosi e di trattamento precoce».

Un esempio è rappresentato Olaparib – come sottolinea la prof.ssa Alessandra Gennari, di ritorno oggi dal 55° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology svoltosi a Chicago – «farmaco biologico che nei pazienti affetti da adenocarcinoma del pancreas con mutazione germinale nei geni BRCA1 e/o BRCA2, ha ridotto del 47% il rischio di progressione della malattia».

Michela Chioso