Chiesto l’arresto per il parlamentare novarese Diego Sozzani

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«Mi stanno chiamando molti giornalisti in queste ore, ma per me è davvero un fulmine a ciel sereno. Non sapevo e non so nulla di tutto quello che sta succedendo. Al momento non ho in mano nulla. Stavo andando a Roma, impegnato nella campagna elettorale, e questa notizia mi è arrivata addosso in maniera assolutamente inattesa: sono frastornato. Non mi è arrivato alcun avviso di garanzia. Appreso quanto stava accadendo dai giornalisti, ho preso l’auto e ho fatto inversione, tornando a Novara per confrontarmi con l’avvocato e capire cosa sta succedendo. Sono basito. Non avendo a disposizione alcuna carta, nulla di nulla, non so per quale motivo viene chiesto il mio arresto, non conosco le ragioni. Tutte queste società nominate negli articoli di stampa mi dicono poco o nulla. Ne conosco una sola e per motivi prettamente lavorativi, non certamente politici».

A parlare è Diego Sozzani (nella foto di Mario Finotti), già presidente della Provincia di Novara, deputato parlamentare e membro della Commissione permanente trasporti, poste e telecomunicazioni, che così commenta la notizia emersa nella mattinata di oggi, martedì 7 maggio, e attinente a un’operazione delle Fiamme Gialle di Varese e dei Carabinieri del Comando provinciale di Monza Brianza, coordinate dalla Dda di Milano. Un’operazione che ha fatto scattare un provvedimento cautelare personale nei confronti di 43 persone, tra cui amministratori pubblici, imprenditori ed esponenti politici e che vede coinvolto anche il politico novarese. Un intervento scattato nelle province di Novara, Pavia, Varese, Milano, Monza e Brianza, Asti e Torino.

Per il 58enne novarese, a quanto si apprende, è stata chiesta alla Camera l’autorizzazione a procedere all’arresto per finanziamento illecito. Stando a fonti di agenzia, le persone coinvolte nell’indagine sono ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione a delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finanziamento illecito ai partiti politici, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici.