Comunità di S. Egidio e Ufficio Beni Culturali della Diocesi promuovono a Novara la mostra “Un’architettura a colori”

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L’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Novara, in collaborazione con il Laboratorio
d’Arte della Comunità di Sant’Egidio, presenta una mostra frutto di un progetto indirizzato
alla realizzazione di opere pittoriche che traggono ispirazione dall’opera dell’architetto novarese Alessandro Antonelli.

Titolo dell’iniziativa, “Un’architettura di colori. Alessandro Antonelli visto dagli artisti con disabilità del Laboratorio d’Arte della Comunità di Sant’Egidio”.

Sulla figura del grande architetto l’Ufficio Beni Culturali ha infatti realizzato alcune iniziative di valorizzazione all’interno del progetto “Città e Cattedrali”, promosso dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta, tra cui la mostra dedicata all’altare maggiore del duomo di Novara realizzato da Antonelli.
Attraverso gli occhi degli artisti disabili del laboratorio della Comunità di Sant’Egidio,
l’Ottocento novarese viene tratteggiato in un caleidoscopio di interpretazioni: tutte differenti, tutte distinte dal segno espressivo che contraddistingue le opere degli artisti.
L’esito del laboratorio sarà presentato in occasione della mostra realizzata con il patrocinio del Comune di Novara, che si terrà presso la Sala dell’Accademia del Complesso Monumentale del Broletto.
L’inaugurazione avverrà giovedì 20 dicembre alle 17. La mostra resterà aperta fino al 13 gennaio 2019. Questi gli orari di apertura: da martedì a venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 19. Sabato e domenica dalle 10 alle 19.
Il Laboratorio d’Arte della Comunità di Sant’Egidio è composto da un nutrito gruppo
di adulti con disabilità mentale che dal 2002 a oggi ha realizzato una serie di mostre
tematiche in diverse sedi espositive a Novara, Torino e Roma.
L’arte è un elemento determinante all’interno del processo creativo che permette di far
emergere energie nascoste o inespresse attraverso l’uso di diverse tecniche artistiche. In
questo modo, la disabilità e la fragilità non escludono nessuno, consentendo un’apertura
agli altri e al mondo. Ciascuno può trovare il suo modo di comunicare ed esprimere il proprio pensiero attraverso forme e colori. Si tratta di un’azione liberatoria capace di infrangere pregiudizi, mettendo in moto risorse insospettate.