Il “piccolo giro d’Italia” di Claudio Picozzi da Briga Novarese.

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Perché decidere di percorrere centinaia di chilometri in bici (e a volta anche a piedi) per attraversare villaggi e ammirare panorami che si potrebbero vedere in alta definizione davanti a un video? O perché non fare la stessa strada dentro un’auto al riparo dalle intemperie o dal sole che brucia la pelle?

La spiegazione si trova nella natura dell’uomo e la domanda non è “Chi te lo fa fare?” , ma “Perché non farlo?”. La risposta è anche nelle parole che Dante mette in bocca a Ulisse: «Considerate la vostra semenza:  fatti non foste a viver come bruti,  ma per seguir virtute e canoscenza».

Così si comprende il giro d’Italia personale e in bicicletta fatto da Claudio Picozzi, 23 anni, da Briga Novarese. In quattro tappe (da domenica 8 a lunedì 11 luglio per 823 chilometri9, la prima da Napoli a Roma (258 chilometri, di più di una tappa del Giro o del Tour de France!); la seconda da Firenze a Verona (260 chilometri, la più lunga); la terza da Bolzano al passo dello Stelvio (a quota metri 2.758) e la discesa fino a Tirano (175 chilometri); la quarta da Milano – piazza Duomo al Mottarone (130 chilometri).

Picozzi lavora proprio in piazza Duomo da Peck, (nota gastronomia e ristorante milanese). Prima aveva frequentato la scuola alberghiera di Stresa, vincendo una borsa di studio che gli ha dato la possibilità di entrare all’Università internazionale di cucina di Gualtiero Marchesi.

Racconta: «Circa tre anni fa, mi sono appassionato al mondo della bicicletta probabilmente per una questione di sangue, essendo mio nonno (Luigi Picozzi, deceduto nel 1980), purtroppo mai conosciuto per una morte prematura, un noto meccanico di biciclette di Briga Novarese.

Ho iniziato a pedalare con una vecchia Sempion con cambi manuali a leva sul tubo del telaio.

Fu proprio con quella che feci la mai prima scalata al Mottarone.

Subito dopo aver capito che la bici era uno sport che faceva al caso mio, presi la mia prima bicicletta andai da Briga a Loano  (era il 2015, ndr) e l’anno successivo la Milano – Sanremo oltre a scalare salite come Mortirolo, Stelvio, Sempione, Pordoi e molti altri».

Quest’anno, Claudio ha partecipato alle gran fondo di Borgomanero e del Lago Maggiore con partenza ed arrivo a Castelletto Sopra Ticino.

Poi l’idea del “piccolo giro d’Italia”: «L’ho definito così comprendente una tappa che rappresentasse il sud una il centro e una la classica tappa di montagna.       Per poi finire con una tappa “passerella”che arrivasse in un luogo a me caro».

«Ho scoperto luoghi bellissimi e oltretutto ho trovato un’ospitalità fantastica, rafforzando così il mio pensiero che la bicicletta sia un vero e proprio linguaggio comune a tutti».