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Un pensiero di gratitudine alla chiesa locale e un grazie al vescovo di Novara, mons. Brambilla, che ha inviato ad essa due sacerdoti per continuare l’opera iniziata anni fa. E questo quel che si legge in una lettera che arriva dal a Bissi-Mafou in Ciad, e che porta la firma Di Don Benoit Lovati, don Fabrizio Scopa, don Nur Nassar, fidei donum e di Don Fausto Cossalter, vicario generale della nostra diocesi, Don Giorgio Borroni, direttore del centro Missionario dicevano e di Marco e Margherita Invernizzi, direttori ufficio famiglia.

«Ci sono bastati pochi giorni per guardarci intorno e scoprire una chiesa giovane – si legge nel documento pubblicato sul sito della nostra diocesi – con poco più di mezzo secolo di storia, ma soprattutto abitata da giovani, con il forte desiderio di esserne parte attiva testimoniato dalla loro partecipazione ai cammini di formazione e di crescita».

La chiesa locale viene descritta come «una chiesa viva che esprime nella festa la gioia del ritrovarsi e del rendere grazie e lode a Dio, ma anche una chiesa impegnata, dove la corresponsabilità dei laici è vitale per la crescita delle comunità e dove gli impegni da assumere e le scelte da fare fanno parte di un cammino comune e condiviso» che «ha riservato, un grande accoglienza, a partire dal suo pastore, Mons. Jean Claude Bouchard, che la guida ormai da oltre 40 anni, a don Fabrizio e don Nur, chiamati ad inserirsi in questo cammino di missione nel quale si sono succeduti tanti nostri Fidei Donum affiancando don Benoit».

Nella lettera infine anche un caloroso saluto e ringraziamento «al nostro vescovo Franco Giulio che, a nome della Chiesa novarese, ha con generosità inviato a questa diocesi due nostri sacerdoti, per continuare la missione ad gentes in questa terra, iniziata 30 anni fa».

La lettera integrale nel sito della diocesi di Novara